Ipoacusia, patologia congenita dell’orecchio

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I disturbi dell’udito sono tanti e colpiscono un po’ a tutta l’età. È vero che con il passare degli anni, si può dare la colpa alla vecchiaia e sono meno invalidanti. È da bambini che diventano dei duri compagni con cui dividere la vita. Per fortuna esistono diversi esami diagnostici e bravissimi logopedisti che aiutano il piccolo a convivere con questi problemi, soprattutto in caso d’ipoacusia.

Che cos’è l’ipoacusia?

È una patologia congenita nell’80% dei casi ed è determinata da una lesione della coclea, l’organo sensoriale dell’udito. Può causare difficoltà comunicative e relazionali, se non è curata nel modo opportuno. Per questo motivo è fondamentale una diagnosi precoce e una tempestiva riabilitazione. Si manifesta con una riduzione dell’udito e con acufeni (sensazione di ronzio, fischio o altro rumore), vertigini e/o disturbi dell’equilibrio, sensazione di ovattamento auricolare o di orecchio “pieno”.

Ci sono diversi tipi di ipoacusia.  Può essere trasmissiva, per alterazioni del condotto uditivo, del timpano o degli ossicini, o ipoacusia neurosensoriale, quando la malattia o il danno interessano la coclea o il nervo acustico. La riduzione dell’udito può insorgere in modo brusco, improvviso o evolvere gradualmente. Inoltre, è colpito da ipoacusia l’1% della popolazione. I dati mettono in luce che è affetto da questa patologia il 2% dei bambini tra i 4 e 12 anni e il 4% della popolazione tra i 13 e i 45 anni, il 10% tra i 46-60 anni, il 25% tra i 61-80 anni e il 50% sopra gli 80 anni.

Il 6 marzo si svolgerà la Giornata europea della logopedia e il tema principale sarà l’ipoacusia infantile e adolescenziale. La Federazione logopedisti italiani, insieme al Coordinamento dei logopedisti europei (CPLOL) attiverà numerose iniziative (da info point a opuscoli) volte a sensibilizzare la popolazione, per avere maggiori dettagli, dal 7 all’11 marzo dalle 10 alle 12, è lo 049/8647936.

Inoltre, sul nuovo esame prenatale, Tiziana Rossetto, presidente della Fli, ha commentato:

Lo screening prenatale e neonatale ha permesso di identificare e inviare a una diagnosi precoce molti bambini affetti da sordità alla nascita e di iniziare un tempestivo percorso educativo e riabilitativo. In base alle caratteristiche, all’età e alle esigenze del paziente il logopedista effettua un bilancio volto a definire il profilo funzionale del bambino, indagando le abilità comunicative non verbali e verbali-linguistiche, le capacità percettivo-uditive, la prestazionalità generale e il trattamento riabilitativo.

[Fonte: Corriere]

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