Filippine, “bambina miracolo” nasce durante il tifone che ha distrutto la sua terra

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neonata

I bambini arrivano nei momenti più incredibili. È una legge della natura. Non parliamo di parti programmati o di cesarei dovuti a un probabile patologia. Parliamo di fisiologia della gravidanza. I nostri medici sono soliti fare delle stime, in base alla data di concepimento o all’ultima mestruazione ed elaborano la famosa PDP, ovvero la presunta data del parto. La verità è che non c’è nulla più di più presunto e incerto.

Ci sono bimbi puntuali come orologi svizzeri che arrivano proprio nel giorno stimato, bambini che hanno fretta e dalla 36esima settimana iniziano a scalpitare per uscire e bambini che invece se la prendono comoda e attendono la 42esima settimana per farsi vedere. Alcune statistiche dimostrano inoltre che la maggior parte dei piccoli preferisca fare il suo ingresso nel mondo di notte, quando tutti dormono e la luce è più sottile. E poi c’è un’intelligenza superiore: spesso attendono la persona che desiderano avere accanto. È difficile che un bimbo nasca se sa che il suo papà è lontano, ma sta per arrivare.

Per questo motivo oggi parliamo di Bea Joy, quella che dalla stampa internazionale è stata chiamata la figlia della speranza e del tifone.  La piccola è nata nella sala d’aspetto dell’aeroporto devastato di Tacloban che è stato trasformato in un ospedale improvvisato. Come sapete, in questi giorni sulle Filippine si è abbattuta una tempesta di proporzioni quasi bibliche che ha fatto numerosi morti e feriti, spazzando via villaggi interi. La mamma Emily Sagalis, 21enne ha così dichiarato:

“E’ il mio miracolo, ho pensato che sarei morta con lei ancora nel mio grembo, quando ho visto quelle onde così alte che si sono portate via tutto”.

Invece sono tutti vivi e la bimba è nata in modo naturale. Ha aspettato il momento giusto. Ha capito che era ora di sorridere e di portare un po’ di ottimismo. Il nome è in onore della nonna, Beatriz, morta nella furia della tempesta.

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