I bambini e la scoperta della sessualità

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La sessualità è una dimensione molto intima e delicata della nostra vita. I bambini, contrariamente a quanto si credeva, o si voleva credere, un tempo, la scoprono molto precocemente e non una volta diventati adolescenti, ponendo noi genitori davanti a situazioni che ci sorprendono e, qualche volta, ci spaventano.

Credo di poter dire che il primo a fare luce su questo aspetto, cioè sullo sviluppo della sessualità infantile e sulla esistenza di una dimensione sessuale nel bambino, fu Sigmund Freud, il padre della psicoanalisi, che elaborò una teoria dello sviluppo psichico nella quale sviluppo della sessualità e sviluppo della personalità sono strettamente interconnesse.

Naturalmente, Freud operava una distinzione netta tra sessualità infantile e adulta e d’altra parte è del tutto evidente che la prima si esplica con connotati e finalità del tutto diversi dalla seconda. Tralasciando la teoria freudiana degli stadi psicosessuali, per la quale vi rimando ad altre fonti, è verso i tre anni che la sessualità del bambino inizia a diventare evidente agli occhi dei genitori.

Dai tre ai sei anni, infatti, si assite al fiorire di curiosità sessuali da parte del bambino dirette sia verso se stessi sia verso gli altri, i genitori o i compagnetti. E’ in questo periodo che i bambini iniziano a distinguere i maschietti dalla femminucce e scoprono che i primi hanno il pisellino e le seconde la farfallina (o fiorellino che dir si voglia).

E’ comune che i bambini comunichino questa loro sorprendente scoperta alla mamma una volta tornati da scuola, o magari ad amici e parenti nel bel mezzo di una riunione di famiglia ed è normale che conducano vere e proprie attività di osservazione ed esplorazioni che li porteranno ad ulteriori conoscenze. Il bambino inizia a toccarsi il pisellino e/o a confrontarlo con i genitali dei propri coetanei (sia maschietti che femminucce) e, verso i cinque-sei anni, ad osservare il comportamento degli adulti per poi cercare di imitarlo (giocare a mamma e papà è un classico).

Sempre in questa fascia di età il bambino scopre la masturbazione, che ovviamente non ha nulla a che vedere con quella adolescenziale, e le sensazioni procurate dallo strofinio dei genitali. Le mamme dei maschietti possono trovarsi spiazzate davanti alle loro erezioni e allo sgomento che questo può causare anche nei bambini stessi, che fanno domande sul perchè il loro pisellino sia diventato tanto grande, mentre chi ha femmine può andare in preda al panico sorprendendo la piccola a strofinarsi.

Spesso poi molte mamme ci scrivono perchè preoccupate dall’avere visto i loro piccoli a giocare i con i coetanei a baciarsi e toccarsi e temono che questo possa esporre il bambino o la bambina a traumi e disagi psichici. Anche questo tipo di gioco però rappresenta un tentativo di conoscenza e di comprensione della dimensione sessuale da parte del bambino ed esattamente come tutti gli altri comportamenti descritti non va censurato e non deve in nessun modo farci pensare che i nostri figli abbiano qualcosa che non va.

Anche se questi eventi possono imbarazzarci o spiazzarci, infatti, in nessun caso dobbiamo far passare il messaggio che si tratti di qualcosa di sporco e disdicevole. Se facessimo questo e rimproverassimo aspramente i bambini intimandogli di non toccarsi o di non giocare più a mamma e papà otteremmo il solo risultato di porre le basi per lo sviluppo di un rapporto disturbato con la sessualità una volta diventati adulti, una condizione in cui il sesso è visto come una cosa sporca e non un aspetto normale, naturale e piacevole della nostra vita che attraverso di esso, per altro, si rinnova.

Meglio quindi restare serene e non mostrarsi spaventate o scandalizzate portando piuttosto l’attenzione del bambino verso altro, con molta disinvoltura, laddove lo riteniamo opportuno. In ogni caso, verso i sei-sette anni questa fase è destinata ad esaurirsi naturalmente e i comportamenti di esplorazione e scoperta cesseranno.

Photo Think Stock

 

 

 

 

 

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