Anemia in gravidanza, i consigli per curare il problema

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L’anemia in gravidanza coinvolge circa il 40 percento delle donne. In 1 caso su 2 si tratta di anemia da carenza di ferro, una delle condizioni più comuni durante i 9 mesi di dolce attesa. In questo periodo l’organismo va incontro ad alcune modificazioni fisiologiche per i bisogni del feto e molto spesso il corpo della donna non ha riserve per tutti.

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Un basso livello di emoglobina in gravidanza è stato associato a un maggior rischio di parto prematuro, a una maggiore mortalità per mamma e nascituro. Inoltre la carenza di ferro può pregiudicare la crescita del feto e il suo sviluppo anche dopo la nascita. Come bisogna quindi affrontare la situazione. I consigli arrivano da Barbara Sarina, ematologa dell’ospedale Humanitas.

«Per una donna è importante arrivare in condizioni ottimali alla gravidanza. Per questo è bene che sia rispettato uno stile di vita sano, con una dieta varia che assicuri l’apporto necessario di ferro. La corretta alimentazione dovrà essere mantenuta in seguito durante i 9 mesi di gestazione. Le fonti principali di ferro sono le carni rosse il cui contenuto di ferro è immediatamente disponibile. Ma non è necessario mangiare prodotti di origine animale per introdurlo: va bene anche una dieta ricca di legumi, uova, verdura a foglia verde scura e frutta secca».

Via libera quindi a frutta, verdura e legumi, ottime fonti di folati che può aiutare a ridurre il rischio di malformazioni congenite del nascituro. Importante anche l’acido folico, efficace nella prevenzione primaria dei difetti del tubo neurale e di altre malformazioni congenite permettendo una riduzione del rischio fino al 70%. E anche l’acido folico può essere causa di anemia.

«Nei casi in cui c’è necessità di un maggior apporto di ferro o di acido folico può essere utile ricorrere a integratori, sempre dietro indicazione del medico o dello specialista».

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