Allarme vaccini, in Italia ogni anno 5.000 bambini non protetti contro tetano e polio

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Continua l’allarme vaccini, soprattutto dopo la morte del bambino di meno di un mese a Bologna pochi giorni fa. In Italia ogni anno 5.000 bambini non sono protetti contro tetano e polio e 10.000 contro morbillo e rosolia. Questi sono i dati del Centro nazionale di epidemiologia, sorveglianza e promozione della salute dell’Istituto superiore di sanità.

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Stefania Salmaso, responsabile del centro, è intervenuta alla trasmissione Radio 3 Scienza, facendo chiarezza su quella che è la situazione attuale.

Le vaccinazioni dopo essere cresciute tra il 2000 e il 2007, si sono mantenute stabili nel periodo successivo. Poi, tra il 2012 ed il 2014, hanno subito un calo che può definirsi importante in alcune regioni. A livello nazionale possiamo dire che circa 5.000 bambini ogni anno non vengono vaccinati contro malattie come poliomielite, difterite e tetano. Sono invece 10.000 i bambini che ogni anno non vengono vaccinati nei tempi dovuti per il morbillo e la rosolia, nonostante l’Italia si sia impegnata in un programma di eradicazione mondiale del morbillo.

Perché è molto importante non scendere sotto le soglie di vaccinazioni? Perché altrimenti virus, anche importanti, saranno nuovamente liberi di circolare. E non è tutto se i bambini non vaccinati una volte adulti decidessero di andare in Paesi in cui questi virus ci sono ancora, come quello della polio, potrebbero ammalarsi.

Non si può neanche pensare di non vaccinare il proprio figlio perché si trova in condizioni di buona salute: le vaccinazioni sono medicinali che non vanno somministrate ai malati ma ai sani proprio per mantenerli in salute e stimolare la loro normale capacità di reagire e difendersi dalle infezioni.

Vaccinare i figli è una questione sociale, non solo personale. Se si vuole abitare in una comunità ci sono degli obblighi. È stato lanciata la petizione “Vaccinazioni obbligatorie nelle comunità scolastiche“, su change.org pochi giorni fa, che già sfiora le ottomila firme.

Photo Credits | Shutterstock /Dmitry Naumov

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