2036: C’era una volta l’abbandono…

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Un titolo un po’ originale per un convegno intitolato 2036: C’era una volta l’abbandono… che getta il seme della speranza per una società più accogliente. protagonisti giovani di tutto il mondo che hanno vissuto sulla propria pelle il dramma dell’abbandono e che hanno trovato braccia aperte in una nuova famiglia d’adozione. Ma anche di ragazzi che hanno dovuto cavarsela da soli con tutto il vuoto e le problematiche che ne conseguono.

Marco Griffini, Presidente dell’Ai.Bi. – Amici dei Bambini, che ha organizzato il convegno ha dichiarato:

Oggi occorre prendere atto che, quando si parla di abbandono, non lo si considera più, come in passato, un problema di un singolo minore; oggi l’abbandono riguarda un intero “popolo”: il popolo degli “schiavi”; coloro che sono stati segnati da questo terribile male. Siamo di fronte ad una vera e propria emergenza umanitaria, nella quale è coinvolto un intero popolo, cioè una massa enorme di persone, bambini, ragazzi, ma anche adulti. Di fronte a tale grido si devono tracciare nuove strategie di lotta per combattere questa quarta emergenza umanitaria.

Secondo l’Associazione, attivissima nella promozione e nella sensibilizzazione sul tema dell’abbandono dei minori, sono circa 4 milioni i ragazzi lasciati al loro destino (fonte Unicef). Nella stessa nota è stato evidenziato come in Europa il numero delle coppie disponibili per l’adozione siano diminuite nonostante l’aumento dell’infertilità.

Tra convegni, capagne, eventi, testimonianze, Ai.Bi. non manca di mantenere viva la sua mission. Anche a costo di sembrare un po’ provocatori. Sapete cosa hanno commentato ieri a proposito della gratuità delle adozioni internazionali? Che dall’acquisto da parte del Paris Saint Germain del centrocampista Javier Pastore per la clamorosa cifra di 45 milioni di eur si sarebbero potuti adottare ben 2.500 bambini!

In questi giorni si sta tenendo a Piccolo Lago di Monte Colombo le Giornate di studio e confronto per una spiritualità dell’adozione e il Presidente Marco Griffini a proposito della figura bibblica di Mosè ha ricordato:

Mosè è colui il quale è stato salvato dall’adozione e a sua volta da adulto ha accettato la sua missione: salvare coloro che sono stati abbandonati, il popolo degli schiavi dell’abbandono. Una missione difficile che richiede una lotta perché in pieno XXI il numero dei bambini “gettati nel Nilo” aumenta sempre più e l’adozione diviene il vero atto d’accoglienza.

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