10 regole per avviare l’allattamento al seno

Spread the love

L’allattamento al seno è un momento molto importante sia per la mamma sia per il bambino e non è così scontato che vada a buon fine. È faticoso e ci sono delle situazioni che spesso possono mettere le neomamme in crisi. Ecco quindi che il servizio sanitario nazionale ha elencato 10 regole fondamentali.

allattamento-seno-difese-immunitarie

1.Prima di allattare è fondamentale informarsi

L’informazione serve per motivare le future madri . Utili incontri in cui far chiarezza sui falsi miti e sui tabù relativi all’allattamento, lasciando comunque sempre in primo piano l’aspetto psico-affettivo.

2.Il primo contatto mamma-bambino.

Da non sottovalutare è il primo contatto pelle a pelle prolungato in sala parto di mamma e neonato, che consente di facilitare il bonding (legame) e creare le condizioni affinché la prima poppata al seno avvenga nelle prime ore di vita del bambino. Per una corretta “iniziazione” alla pratica dell’allattamento al seno, occorre innanzitutto individuare la posizione più idonea al seno materno durante la poppata.

3.Il calo di peso.

E’ importante allattare a richiesta del bambino, senza limiti di numero e durata delle poppate, cogliendo i segni precoci di ricerca del seno (fame), più che attendere il pianto come espressione di “appetito”. Per i “più esigenti” spesso si tende a richiedere la famosa aggiunta di latte artificiale, ma eventuali piccole aggiunte vanno prescritte solo previa valutazione delle condizioni del bambino, dell’entità del calo di peso e la reale possibilità della mamma di rispondere alle esigenze del piccolo.

4.Il ciuccio.

L’uso del ciuccio per il bambino allattato al seno va evitato durante tutto il periodo in cui l’allattamento al seno deve consolidarsi. L’eventuale offerta del ciuccio va presa in considerazione a partire dalla 3°-4° settimana di vita, come intervento di prevenzione per la morte in culla anche se in realtà nessuno degli studi sull’associazione fra uso del ciuccio e SIDS riporta un effetto protettivo tanto evidente quanto quello dell’allattamento al seno.

5.Il latte formulato.

Il latte artificiale deve essere impiegato solo in quei casi in cui c’è assenza di latte materno o è riscontrata una patologia della madre per cui è sconsigliato l’allattamento, o per rispetto della volontà materna; laddove è possibile, si può ricorrere alle Banche del latte umano donato (BLUD).

6.Banche del latte.

Quando il latte materno non è disponibile, in particolare nel primo periodo dopo il parto, si può ricorrere al latte umano donato. Il latte umano donato rappresenta la prima scelta nutrizionale subito dopo quello della madre. Il latte materno estratto rappresenta anche la principale integrazione laddove si verifichi una condizione di eccessivo calo ponderale alla nascita e per i rari casi in cui neonati a termine, per brevi periodi, non possono alimentarsi al seno.

7.Alimentazione della mamma.

Un’alimentazione appropriata per la donna in allattamento deve soddisfare tutti fabbisogni, in particolare quelli energetici, proteici e di calcio. Una dieta varia e sana, adeguata alle esigenze della mamma, sarà salutare per lei e per il bimbo. Non bisogna mangiare tanto più del solito, poiché bastano 500 Kcal al giorno in più; non serve eliminare particolari alimenti per prevenire le allergie, né è documentato con certezza che alcuni cibi o liquidi possano far aumentare la produzione di latte.

8.Pretermine.

Il primo passo da compiere è consentire ai genitori un accesso libero al reparto che permetta loro di avere contatti prolungati con il bambino, anche attraverso la marsupio-terapia. La montata lattea può presentarsi anche se i neonati sono venuti al mondo molto presto. Il colostro , seppur prodotto in minima quantità, è il più delle volte sufficiente per iniziare una minima precocissima alimentazione, fondamentale nei neonati critici.

9.L’empty breast.

Per facilitare l’attacco al seno del neonato prematuro si spreme la mammella prima della poppata integrando eventualmente col latte spremuto. Se la spremitura è effettuata con pompa tiralatte, va fatta di preferenza contemporaneamente da entrambe le mammelle. Il successo della spremitura dipende anche dalla correttezza delle istruzioni ricevute in merito al momento in cui iniziare, la scelta di coppe adeguate (ne esistono di dimensioni diverse), la potenza dell’estrazione e la frequenza della spremitura. E’ utile che la madre tenga un diario sulle quantità di latte spremuto e sul numero di sedute di spremitura.

10.I falsi miti.

Se si formano lesioni del capezzolo, per superare l’ostacolo, si può dare al bimbo il proprio latte estratto. In caso di malattie debilitanti, invece, come influenza, diarrea, coliche, infezioni urinarie, la decisione se sospendere o meno l’allattamento spetta alla mamma, ma è sempre bene evitare nel bambino una brusca interruzione. Sfatiamo anche il luogo comune che bere tanto (o bere la birra) aiuti a produrre più latte.

Lascia un commento