Liquido amniotico in eccesso: cause e conseguenze

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Il liquido amniotico rappresenta l’ambiente nel quale il bambino passa i nove mesi all’interno del pancione della mamma, lo protegge da possibili  traumi o da infezioni, ed allo stesso tempo fa si che trascorra i suoi giorni al caldo. Non solo, al momento del parto rappresenta per il bambino anche un aiuto per la fuoriuscita. Perchè tutto vada per il meglio il liquido dovrebbe mantenersi nella sua giusta quantità. Può accadere, però, che si verifichi il fatto di avere del liquido amniotico in eccesso.

Ecografia

Il polidramnios, così si chiama, rappresenta un aumento anomalo della quantità di liquido presente nel sacco amniotico. Si tratta di una problematica che solitamente tende a manifestarsi dal terzo al sesto mese di gravidanza. Spesso accade anche che rappresenti un campanello di allarme. Può accadere che il bambino sia più grosso del normale, in questo caso la presenza di maggiore quantità di liquido non è da considerarsi pericolosa.

Tra la cause che stanno alla base di tale aumento c’è il diabete gravidico. In tal caso saranno necessari dei controlli mirati ad accertare la natura del problema. Può avvenire anche che sia dovuto ad una malformazione che interessa il feto, legata spesso all’esofago o al duodeno, malformazione che ne rende difficoltosa la deglutizione. In questo secondo caso si rende necessario approfondire il problema con il ricorso ad un’ecografia specifica di secondo livello.

Nel caso in cui ci si ritrovi di fronte ad un caso di polidramnios niente paura per il feto: lo sviluppo di quest’ultimo non è in pericolo. Tra le conseguenze, però, ci sono l’aumentato rischio di contrazioni e la possibile rottura del sacco. Il polidraminios può, infine, provocare un parto prematuro. Di fronte ad una quantità elevata di liquido amniotico si può intervenire procedendo all’estrazione di quello in eccesso con unintervento simile a quello effettuato in sede di amniocentesi.

Photo Credit | Thinkstock

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