Giochi all’aperto vietati all’80% dei bambini italiani

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È difficile sentire nelle strade il vociare dei bambini che giocano, magari in parchetto.  Questo perché le città italiane hanno sempre spazi dedicati a piccoli e poi perché i genitori tendono a chiudere in casa i figli. È il classico atteggiamento della vita moderna: le persone crescono sole e alienate, magari chattando o navingando in Intenet davanti allo schermo freddo di un pc o inviando sms con il cellulare. Il risultato? Questo comportamento è alla base dei disagi degli adolescenti di oggi: abuso di alcol e droghe, suicidi, bullismo potrebbero essere spiegati anche dal fatto che ai nostri piccoli manca oggi la libertà di movimento e il tempo libero.

L’80% dei bambini non gioca più all’aria aperta: non esiste più il senso di aggregazione spontaneo o la voglia incontrasi per divertirsi insieme, magari con poco.  Su questo argomento hanno dibattuto molti esperti durante il 66esimo Congresso della Società italiana di pediatria (Sip).

Francesco Tonucci, responsabile dell’Istituto di scienza e tecnologia del Cnr e del progetto internazionale ‘Città dei bambini’ del Cnr, ha commentato:

Le città italiane, e specialmente le buone città fanno molto per i bambini: dedicano all’infanzia notevoli risorse economiche e umane, ma non rispondono alle loro reali esigenze. La città prepara infatti per i bambini spazi separati e specializzati come giardinetti, ludoteche, parchi tematici e tutte le proposte educative. Sempre spazi protetti e vigilati da adulti. Invece, il tempo che rimane ai ragazzi viene trascorso davanti a uno schermo.

È un bel problema, anche se apparentemente è meno preoccupante per il genitore, che sa il figlio è al sicuro in camera sua.  Invece, non potendo vivere esperienze autonome, i bambini non conoscono l’esperienza dell’ostacolo, del rischio, della frustrazione, del successo, nei tempi e nei modi giusti. L’assenza di queste esperienze ‘forti’, impossibili alla presenza di adulti vigilanti, produce un accumulo di desiderio che potrà realizzarsi solo quando i bambini non saranno più bambini, ma adolescenti. Quando avranno per la prima volta la chiave di casa in tasca o un motorino sotto il sedere.

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