Estrattore o centrifuga: spieghiamo le differenze per fare i succhi naturali

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Sono sempre più di moda gli estrattori ma molti continuano a non capire le differenze e, anche nei locali, spesso si fanno rifilare a prezzi tutt’altro che modici roba particolarmente scadente.

Tanto per cominciare in termini di genuinità possiamo stilare una vera e propria graduatoria: al primo posto ci sono i succhi vivi realizzati con estrattore o anche le spremute, al secondo posto le bevande o i frullati realizzati con la centrifuga e al terzo posto tutto quanto acquistato al supermercato o di derivazione industriale.

Il valore aggiunto dell’estrattore di succo è che con questo particolare macchinario si riescono a “raccogliere” tutte le sostanze nutritive e le vitamine. Il bello è che è semplice da usare perché gran parte dei frutti possono essere inseriti anche con la buccia ma poi il risultato sarà una bevanda filtrata e godibilissima da bere.

Con la centrifuga invece, se si sceglie di mettere all’interno la frutta con la buccia che come noto contiene tutte le proprietà migliori, poi il risultato sarà una bevanda più granulosa e meno piacevole sia al livello di consistenza che di sapore. Ma non è soltanto questa l’unica differenza importante: le centrifughe, infatti, surriscaldano gli alimenti nel momento in cui vengono lavorati e pertanto alcune proprietà sono destinate irrimediabilmente a svanire. Non proprio come quando cuociamo le mele o le prugne ma più o meno il processo che si verifica è lo stesso.

L’estrattore di succo, invece, lavora a freddo per cui le proprietà restano inalterate e finiscono tutte nel succo vivo. Bere un estratto, insomma, equivale a mangiare tre o quattro frutti con tutta la buccia in termini di benefici. Allo stesso tempo però ha poche calorie e può essere allungato con alimenti meno calorici come per esempio il cetriolo o la carota.

Naturalmente a tutto questo corrisponde una differenza di prezzo sia per quanto riguarda il macchinario che le materie prime. Per realizzare un succo vivo, infatti, sono necessari più frutti, inoltre l’estrattore in sé, anche se i prezzi di mercato stanno lentamente scendendo, costa notevolmente di più. All’ultimo posto di questa classifica, naturalmente, si posizionano i succhi industriali che sconsigliamo vivamente di bere anche occasionalmente.

Insomma, un succo ogni tanto non è certo mortale ma in termini di benefici o, meglio, dovremmo parlare di danni alla salute è sicuramente paragonabile alla Coca Cola o all’aranciata. Le bevande industriali, infatti, a meno che non si tratti dei frullatini per bambini che comunque hanno sapore e consistenza molto diversi dai succhi, sono pieni di zuccheri, sono allungati con acqua e non hanno praticamente nulla della frutta.

Se acquistiamo dei succhi per le vitamine o perché pensiamo facciano bene, insomma, stiamo sbagliando di grosso. Tutt’altra storia per quanto riguarda le centrifughe che invece sono considerate genuine e salutari. Il vero e proprio toccasana, però, come detto sono gli estratti proprio perché preservano e mantengono inalterate tutte le sostanze positive di qualunque alimento di inserisca nel macchinario: dalla banana allo zenzero. Gusto e consistenza, poi, sono davvero superiori e spesso a fronte di una piccola spesa in più vale davvero la pena scegliere i succhi vivi.

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