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Donazione del sangue del cordone, quali sono i criteri di esclusione

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La donazione del sangue cordonale e quindi delle cellule staminali è un gesto di generosità molto importante. Non tutte le mamme possono però donare. È importante conoscere i requisiti di esclusione permanente perché in alcuni casi è meglio non farsi illusioni, soprattutto se la gravidanza arriva dopo una malattia grave o dopo un percorso importante. A volte, avere un bimbo è già un regalo enorme, che va accettato così, a braccia aperte godendosi il momento e magari prendendosi il proprio tempo.

Cordone Ombelicale

Una vita che nasce rigenera la vita, il convegno sulla donazione del cordone ombelicale

Cordone Ombelicale

Si parla ancora troppo poco di donazione del cordone ombelicale e purtroppo sono numerose le famiglie che non sanno che questo piccolo tubicino, ricchissimo di cellule staminali, può essere di grande aiuto per la salute dei bambini malati (non solo del proprio piccolo). Ma non mancano solo le informazioni scientifiche. Vi siete mai chiesti come avviene la donazione e soprattutto a quali strutture rivolgersi?

Conservazione del cordone ombelicale, la formula eterologa

Sappiamo ormai molto bene che le cellule staminali contenute nel sangue del cordone ombelicale possono essere prelevate e conservate per la cura di alcune gravi patologie. Le staminali cordonali possono essere conservate per periodi piuttosto lunghi di tempo (circa 15 anni secondo i dati diffusi di recente dall’Antitrust e derivanti dalla letteratura scientifica sul tema) presso apposite strutture; le cosiddette banche di crioconservazione, dove vengono stoccate a temperature comprese fra -170 e -190°C.

Conservazione autologa del cordone ombelicale, l’Antitrust contro i messaggi ingannevoli

L’Antitrust ha contestato a sei società la pubblicità apparsa su pieghevoli e siti internet poichè giudicata “potenzialmente ingannevole” sulla conservazione autologa del cordone ombelicale. In particolare, alle società finite nel mirino del garante vengono contestati la mancanza di chiarezza sui tempi di conservazione, nell’indicazione dei quali viene attribuita alle cellule cordonali una vitalità di 20-25 anni che però non risulta in letteratura scientifica (gli scienziati attestano la vitalità massima intorno a 15-16 anni), la troppa enfasi circa l’impiego terapeutico, sui cui limiti le società in questione sono chiamate a dare maggiori informazioni, e la mancata precisazione del dettaglio che le cellule cordonali conservate in banche straniere necessitano dell’autorizzazione del Ministero della Salute per fare il loro rientro in Italia.