congedo di maternità

Congedo parentale, in Inghilterra la coppia sceglie chi sta a casa

Si è sempre pensato che la maternità fosse una cosa solo femminile, per fortuna il ruolo del papà è stato rivalutato, anche se in Italia non c’è ancora una grande apertura in questo senso. Una notizia, direi rivoluzionaria, arriva dal Regno Unito che ha deciso di intraprendere una strada davvero nuova: le famiglie potranno scegliere chi, in casa, dovrà prendere il congedo: potranno assentarsi dal lavoro per un massimo di dieci mesi o mamma o papà indifferentemente.

Ecco che il ruolo dei padri diventa davvero paritario, perché potranno non solo stare accanto alla loro donna nel primo periodo dopo il parto, ma anche ottenere l’estensione del permesso nel caso in cui la mamma opti per il rientro in ufficio. Che ne pensate, care mamme? È questo un primo passo verso la parità dei diritti, anche in ufficio, ambiente in cui la donna è ancora penalizzata.

Mamma lavoratrice, come superare il distacco dal bambino

Fare la mamma, essere una brava moglie e andare al lavorare. Quanti ruoli per una persona sola, soprattutto quando termina il congedo di materinità. Eppure le donne hanno mille risorse e una di queste è proprio la capacità di essere multitasking.  Il problema però non è essere in grado di fare tutto, ma fare i conti con i propri sensi di colpa. Uscire di casa la mattina presto, magari in punta di piedi per non svegliare il bambino, perdersi i momenti fondamentali della sua crescita e sperare di godersi qualche sorriso prima di cena. Esistono però delle tecniche per aiutare il bambino ad accettare il lavoro della mamma e di conseguenza vivere più serenamente il distacco, soprattutto all’inizio.

La prima cosa da fare è accettare la presenza di nonni e baby-sitter. Care mamme, dovete mettere da parte la vostra gelosia e fare in modo che queste persone vi siano accanto fin dai primi mesi, affinché anche il bimbo abbia tempo di affezionarsi o prende confidenza. Quando, invece, è un po’ più grande e ha raggiunto l’età per andare all’asilo, dovete parlare con lui del vostro lavoro. Questo è un modo per farlo sentire importante e grande.

Il congedo di maternità obbligatoria

Il congedo di maternità obbligatoria è il periodo durante il quale la futura mamma lavoratrice ha l’obbligo (ma anche e soprattutto il diritto) di astenersi dal lavoro. La tutela delle madri lavoratrici è regolata in Italia dal “Testo unico delle disposizioni legislative in materia di tutela e sostegno della maternità e della paternità” (Decreto leglislativo 26 Marzo 2001 n° 151) che regola anche le norma relative al congedo di maternità facoltativa.

Chi ha diritto al congedo di maternità

Hanno diritto al congedo di maternità le lavoratrici dipendenti e le lavoratrici iscritte alla gestione separata che non sono titolari di pensione e non risultano iscritte ad altre forme di previdenza e che versino, dal primo gennaio 2008 aliquote pari al 24.72%.

Le mamme lavoratrici in Italia

madri lavoratrici in italia

Dopo le dichiarazioni del ministro Gelmini, che, nel corso di un‘intervista al settimanale Io Donna ha definito privilegiate le lavoratrici che rimangono in casa ad accudire il proprio figlio dopo il parto, abbiamo deciso di tornare sull’argomento mamme che lavorano per sciorinare qualche dato che confermi questa teoria.

Infatti forse non tutti sanno che, secondo l’indagine Istat “Essere madri” pubblicata nel 2007, ma riferita al 2005, una donna su cinque perde la propria occupazione dopo la nascita di un figlio (per licenziamento, chiusura dell’azienda ma anche per dimissioni volontarie), arrogandosi così il privilegio di rimanere in casa ad occuparsene per tutto il tempo che desidera. Il 30% di queste privilegiate hanno tra 25 e 29 anni, il 40% meno di 25.

Gelmini: rientro immediato al lavoro dopo la maternità. Ma non tutte possono

Maria Stella Gelmini rietro immediato al lavoro dopo la maternità

Come di certo saprete Maria Stella Gelmini è diventata da poco mamma di Emma Wanda ed ha rilasciato un’intervista al settimanale Io Donna; intervista che è stata ripresa dal corriere on line e che in parte vi riporto (potete leggere la versione integrale dell’intervista a questo link)

Subito in pista, come Ilaria D’amico su La7. Ha seguito le polemiche per le sue dichiarazioni sul fatto di potersi permettere un rientro così rapido, a differenza di altre donne meno fortunate?
La gravidanza è una cosa unica, è proprio come dicono. Uno stato di beatitudine che dà una forza incredibile, che non conoscevo. Ti senti più forte di prima. Anch’io, come la D’Amico, ho più facilità di altre donne a tornare subito a lavorare senza trascurare mia figlia. Ma non vuol dire non essere una buona mamma, dovrebbero farlo tutte.

Però le donne normali che lavorano dopo il parto sono costrette a stare a casa.
Lo giudico un privilegio.

Un privilegio? Non è un diritto?
Una donna normale deve certo dotarsi di una buona dose di ottimismo, per lei è più difficile, lo so; so che è complicato conciliare il lavoro con la maternità, ma penso che siano poche quelle che possono davvero permettersi di stare a casa per mesi. Bisogna accettare di fare sacrifici.

Lavoro e gravidanza

lavoratrice in gravidanzaUna donna in gravidanza è tutelata dalla legge e questo vale anche e soprattutto quando si parla di lavoro. Informare il datore di lavoro del vostro stato è fondamentale soprattutto nel caso in cui svolgiate una mansione che vi faccia stare a contatto con prodotti che potrebbero compromettere lo stato di salute del bebé; inoltre, una donna, durante la gravidanza e nei successivi 7 mesi al parto non può essere adibita a lavori faticosi oppure pericolosi.

La legge inoltre prevede che la futura mamma possa assentarsi dal lavoro per 5 mesi: 2 mesi prima del parto e 3 dopo il parto. In questo caso si parla di astensione obbligatoria. La donna lavoratrice può richiedere, previo accertamento medico e dopo un controllo da parte della Direzione Provinciale del Lavoro anche un congedo anticipato (ad esempio in presenza di situazioni di lavoro ritenute a rischio per lo stato di gravidanza). Se la gravidanza procede bene la lavoratrice può continuare a lavorare fino all’ottavo mesi gravidanza presentando al proprio datore di lavoro un certificato di salute che attesti che sia lei che il bambino sono in buona salute.