cellule staminali amniotiche
La medicina rigenerativa sta compiendo numerosi passi avanti soprattutto per quello che riguarda la ricerca sulle cellule staminali. Il futuro della medicina rigenerativa in questo campo sembrano essere le cellule staminali amniotiche, contenute, cioè, nel liquido amniotico.
Qualche tempo fa abbiamo parlato della nascita dell’Associazione genitori per lo studio e la conservazione delle cellule staminali amniotiche. Oggi, per saperne un po’ di più sull’Associazione e sulle cellule staminali amniotiche, lasciamo la parola all’avvocato Andrea Messuti, presidente dell’Associazione Onlus, che ha risposto alle nostre domande.
Raccogliere fondi per finanziare la ricerca scientifica e progetti per lo studio e l’applicazione di cellule staminali da liquido amniotico. E’ questo l’obiettivo dell’Associazione genitori per lo studio e la conservazione delle cellule staminali amniotiche. Dotate di un’ampia capacità di differenziamento e di un’ottima versatilità di applicazione, le cellule staminali prelevate da liquido amniotico rappresentano un’importante conquista in ambito medico ed in particolare il quello della medicina rigenerativa.
L’Associazione genitori per lo studio e la conservazione delle cellule staminali amniotiche, come spiega il presidente Andrea Messuti,
non ha scopo di lucro e promuove, con finalità di solidarietà umana e sociale, lo sviluppo delle ricerche sull’uso terapeutico delle cellule staminali, con particolare riguardo alle cellule amniotiche umane. Ecco perché sosteniamo la cultura di conservare le cellule staminali presenti nel liquido amniotico per uso autologo, affinché ogni nuovo nato possa contare sulla disponibilità delle proprie cellule staminali per gli usi terapeutici attuali e futuri, incentivando anche la donazione ad uso eterologo.
Da anni la medicina si sta battendo per risolvere il problema etico delle cellule staminali totipotenti, ovvero di quelle cellule capaci di specializzarsi in cellule di diverso tipo e in grado di rigenerare o formare organi compatibili grazie a interventi di ingegneria genetica. Fino alla scoperta avvenuta nel 2007 da parte dei ricercatori dell’Università Harvard e dell’Istituto di Medicina dell’Università di Wake Forest si pensava che le cellule staminali totipotenti fossero presenti solo nell’embrione e questo creava una serie di problemi etici che dividono tutt’ora la comunità scientifica e la ferma opposizione delle autorità religiose.
La scoperta di cellule staminali amniotiche sembra aver aperto nuove possibilità di cui non si conoscono ancora le potenzialità. Ma intanto i passi avanti sono tangibili e l’Università di Edimburgo ne fornisce le prove: in laboratorio è stato creato il primo rene artificiale utilizzando staminali prelevate da liquido amniotico umano. E’ un risultato epocale, anche se ancora sperimentale.