Il nome del bambino, guida semiseria per una scelta ponderata

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Scegliere il nome per il proprio figlio è una delle prime grandi responsabilità che un futuro genitore si assume.  Bene, abituatevi perché d’ora in avanti sarà sempre così: per ogni cosa che farete o direte, ci saranno conseguenze a breve, medio, lungo e lunghissimo termine.  In soldoni: sarà sempre colpa vostra.

Il nome che date a vostro figlio è il primo regalo che gli fate e che si porterà dietro per tutta la vita: non ci sono molte altre cose che ti restano attaccate addosso quanto un nome, pertanto sarebbe opportuna una scelta ponderata.

Lo sanno bene Michael Sherrod e Matthew Rayback, che nel 2008 hanno pubblicato “Bad Baby Names” (brutti nomi per bambini), nel quale sostengono la tesi secondo cui nomi strani o brutti possano influenzare negativamente i bambini che li portano, a partire dalla cattiva resa scolastica fino a veri e propri problemi psicologici.

Del resto,  l’argomento è uno di quelli che catalizzano spontaneamente  l’attenzione di interessati e non: tutti si sentono in diritto di dare suggerimenti, opinioni, consigli. Abituatevi anche a questo e  tirate dritti: se cercate un nome che piace a tutti, non lo troverete mai.

Per aiutarvi nell’impresa, vi sottopongo di seguito alcune considerazioni da cui partire:

  • Nome italiano o straniero? Personalmente preferisco i nomi italiani, ma ammetto che il nome esterofilo può avere il suo fascino. Attenzione però, in alcuni contesti il nome straniero sa molto di coatto (pensate al Kevin di Ivano / Carlo Verdone in Viaggi di Nozze), ma del resto sono  gusti. Pretendete almeno  che venga scritto e pronunciato bene.
  • Vi interessa che il nome abbia anche un significato evocativo? Cercatene l’etimologia prima di innamorarvi di un nome e scoprire poi che significa “zoppo” o “orbo”.
  • Nome lungo o nome corto? Se il cognome è molto lungo, meglio un nome medio-corto, ma se proprio non potete resistere al fascino di un nome a cinque sillabe poco male. Vi maledirete solo quando dovrete compilare decine di moduli per iscrivere il rampollo a qualsiasi cosa, e vi verrà la tendinite.
  • A proposito di cognomi: nome e cognome dovrebbero suonare bene insieme, ma se non avete orecchio per riconoscere la musicalità di liquide, dentali e sibilanti, almeno evitiamo accoppiate da barzelletta. Conosco personalmente un Domenico Sabato e una Margherita Dell’Orto. Questa è cattiveria.
  • Quanto volete essere originali? Abbiate pietà della vostra creatura. Certo, avere nella propria classe quattro omonimi non sarà proprio simpatico, ma lo è ancor meno dover ripetere a tutti il proprio nome n volte prima di essere capiti. O digerire un diplomatico “Che nome particolare!” – che suona piuttosto come un “Cosa avevano fumato i tuoi genitori quando hanno deciso di chiamarti così?”
  • Attenzione infine ai diminutivi: possono essere insidiosi. A scuola di mio figlio c’è una bimba di nome Penelope, che è pure un nome carino. Tutti la chiamano Pene. Ecco, anche no.

Cari futuri genitori, un po’ ho scherzato e un po’ spero di avervi dato qualche spunto di riflessione, ma una cosa mi preme dirla, serissimamente: stiamo parlando del nome di vostro figlio, il primo nome a cui dedicherete un pensiero la mattina, l’ultimo che pronuncerete a fior di labbra prima di addormentarvi.

Lo userete un sacco, credetemi, e anche a svariati decibel di volume.
Sceglietelo con cura e amore. Tutto il resto verrà da sé.

Foto Credits | pbkwee su Flickr

1 commento su “Il nome del bambino, guida semiseria per una scelta ponderata”

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