Neonati malati di sifilide: in Italia 1 caso ogni 5.000

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neonata

È molto difficile immaginare, stringendo il proprio bimbo tra le braccia la prima volta, che abbia la sifilide. Eppure è un’eventualità possibile e tocca un neonato ogni 5.000 in Italia. Lo dimostra uno studio dell’ Ospedale Sant’Orsola Malpighi di Bologna, e lo ribadiscono in un documento recente le principali società scientifiche di neonatologia, pediatria, ginecologia e microbiologia. La situazione è abbastanza grave, anche se il dato può sembrarci relativamente piccolo.

Durante lo studio sono stati coinvolti un centinaio di punti nascita ed è emerso che i piccoli malati sono figli soprattutto di ragazze giovani e immigrate (soprattutto provenienti dell’Est europeo), sebbene non manchino le italiane. Purtroppo il battere che causa la sifilide, Treponema pallidum, non sempre è facilmente riconoscibile, nonostante la sifilide neonatale sia prevenibile se la mamma è trattata in gravidanza.

Che cosa bisogna fare? Ovviamente, c’è la necessità di screening specifici e soprattutto le donne devono fare esami di controllo costanti durante la gestazione. Considerate che già 1998, era stato stabilito che le mamme dovessero eseguire il test, anche perché la terapia antibiotica preventiva è davvero efficace.

Quali sono i rischi? Oltre, a sviluppare la sifilide, a essere a rischio è l’intera gravidanza: una mancata diagnosi o una diagnosi tardiva può causare un basso peso alla nascita, nascite premature o anche aborti tardivi, che sono forse l’esperienza più atroce che può fare una mamma. La malattia inoltre difficilmente tende a manifestarsi nel lattante, resta latente per anni e poi ovviamente si palesa con i classici sintomi: con lesioni della cute, deformazioni ossee e ritardo mentale. Alcuni di questi sono irreparabili.

È davvero una situazione drammatica, anche se l’incidenza in Italia non è ancora particolarmente alta. Abbiamo però la fortuna di avere un ottimo sistema sanitario, che garantisce a tutti le migliori cure (o almeno ci prova). Bisogna sfruttarlo, soprattutto se da noi dipende la salute di un nuovo esserino meraviglioso.

 

Photo Credit | ThinkStock

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