Leggenda di Natale, l’Uccellino e l’agrifoglio

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Natale è alle porte. La notte santa è sempre più vicina e trascorreremo le prossime ore in compagnia dei nostri cuccioli nella trepidante attesa, da loro più sentita che mai, di scartare i regali. Cosa c’è di meglio che raccontare loro una bella storia? Se non conoscono l’agrifoglio, questo è il momento di parlargliene.

L’agrifoglio infatti, insieme a vischio e pungitopo, è uno dei simboli più universali del natale. Non c’è praticamente casa che non sia in qualche modo adornata dai rami di questo arbusto il cui fogliame pungente è arricchito da belle bacche rosse e numerose sono le credenze, storie e leggende che lo legano alla natività di Gesù Bambino.

Mentre la storia raccontata qualche giorno fa da Chiara ci narra del pastorello che vide magicamente trasfomate le gocce del proprio sangue in bacche di agrifoglio, quella che io vi racconto oggi tratta delle origini leggendarie di un’altra caratteristica della pianta: le foglie sempreverdi.

Protagonista un paziente uccellino:

L’uccellino e l’agrifoglio

Quando giunse l’inverno tutti gli uccellini del bosco partirono. Soltanto un piccolo uccellino decise di rimanere nel suo nido dentro un cespuglio di agrifoglio:
voleva a tutti i costi attendere la nascita di Gesù per chiedergli qualcosa. L’inverno fu lungo e molto nevoso. Il povero uccellino era stremato dal freddo e dalla fame.

Finalmente arrivò la Notte di Natale. Quando lo uccellino fu dinnanzi al Bambino appena nato, disse : “Caro Gesù, vorrei che tu dicessi al vento invernale del bosco di non spogliare l’agrifoglio. Così potrei restare nel mio nido e attendere la nuova primavera”.

Gesù sorrise, poi chiamò un angelo e gli ordinò di esaudire il desiderio di quell’uccellino. Da allora, l’agrifoglio conserva le sue verdi foglie anche d’inverno. E per riconoscerlo dalle altre piante, l’angelo vi pose , delle piccole bacche rosse e lucide.

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