La Legge sull’Affido condiviso non tutela i bambini e le madri dalla violenza domestica

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La Legge 54/2006 sull’affido condiviso da anni fa discutere. Sono molti i genitori che scelgono questa formula per crescere i loro figli a seguito di una separazione. I bambini si ritrovano con sue case, due camerette, due domicili e una vita di sballottamenti. Il motivo? Nel tentativo di dare il massimo (o forse in alcuni casi solo di non passare all’ex l’assegno di mantenimento del minore) si rischia di rendere caotica la vita dei bimbi.

Purtroppo questa legge ha diverse lacune e sono in molte le associazioni che hanno denunciato quanto sia carente (e preoccupante) nei casi di volenza domestica. La disciplina non prevede che venga escluso l’affido condiviso nel caso di abusi, violenze sessuali, ma anche maltrattamenti fisici e psicologici. Che cosa vuol dire? Il bambino da una parte non è quindi tutelato da un genitore con problemi comportamentali gravi, dall’altro anche il partner “vittima” si ritrova a non essere protetto e a dover interagire con l‘ex coniuge per il resto della vita per la gestione e la crescita del minore.  È questo un tema che tocca soprattutto le donne: come sappiamo solo nei primi 4 mesi del 2012 sono morte ben 50 donne a causa della violenza domestica.

La situazione non si riduce a questo drammatico quadro, proprio per questi limiti la Legge si trova ora all’esame della Commissione Giustizia del Senato per essere modificata (DDL 957). Le modifiche però potrebbero peggiorare lo stato attuale della disciplina. In che modo? Se il bambino dovesse rifiutare un genitore perché violento (sul minore stesso o sulla madre), il genitore può appellarsi alla PAS (la Sindrome da Alienazione Parentale). Di cosa si tratta? È un disturbo, che non ha riscontri scientifici, ma che si suppone possa manifestarsi durante le separazioni: il minore, alimentato dall’influenza di uno dei genitori, può rifiutare l’altro.  Succede spesso che un coniuge strumentalizzi il figlio contro l’ex partner, purtroppo, però è necessario fare delle distinzioni da caso a caso e non parlare certamente di Pas, se in famiglia ci sono casi di violenza. Voi, care mamme, che cosa ne pensate? Avete provato la formula dell’affido condiviso e come vi siete trovate?

Photo Credit| ThinkStock

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