Crolla il mito della mamma tigre in Cina

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mamma tigre

Per anni l’Oriente ha vissuto sul mito della mamma tigre, tutta rigore e dedizione alla famiglia. Un modello molto diverso dalla permissiva mamma italiana. Qualcosa nella cultura cinese, però, è cambiato: i genitori cinesi che hanno studiato all’estero o viaggiano molto cominciano a ribellarsi all’educazione imposta dal Partito comunista. Racconta la direttrice della Società tedesca d’amicizia Waldorf, Nana Göbel.

Il nuovo modello pedagogico è la scuola steineriana, molto attento più allo «sviluppo emotivo» del bambino che alla sua scolarizzazione. Sono questo sistema educativo a Pechino sono stati aperti ben 172 istituti scolastici, dove i bimbi dei cinesi più ricchi sono già stati iscritti. Intervistata dal Corriere della Sera, Nana Göbel ha commentato:

I genitori che hanno studiato all’estero, o magari viaggiano molto, si ribellano ormai all’educazione imposta dal Partito comunista e dalla società cinese. Molti di loro hanno vissuto sulla loro pelle le torture d’un sistema totalitario e oggi non accettano l’aggressività d’una scuola che adesso impone soprattutto nozionismo, competizione, meritocrazia senza valori.

Le classi medio alte vogliono creare una società diversa e sono disposte a qualsiasi sacrificio economico pur di educare i figli in modo diverso, con un metodo più europeo, dove i figli sono figli, cuccioli, non piccoli soldatini. Ovviamente iscrivere i figli in queste scuole non è facilissimo: lo Stato fa di tutto per ostacolare la scelta. Ma quanto costano? Mediamente più di 4mila euro l’anno e ci sono alcuni posti gratuiti per le famiglie più povere.

Come fa lo Stato a ostacolare la scelta? Per esempio, scoraggiando l’insegnamento: gli insegnanti d’una steineriana sono peggio pagati, perciò difficili da trovare, e chi s’iscrive sa che poi dovrà trovarsi un’università all’estero. Insomma, vota dura per le famiglie che stanno combattendo contro una cultura totalitaria. Noi non sappiamo neanche che cosa voglia dire. Questa si chiama libertà, questo futuro è il nostro presente.

 

Photo Credit | Thinkstock

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