Bambini dimenticati in auto, arriva dispositivo salvavita

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Bambini dimenticati auto dispositivo salvavita

Solo qualche giorno fa l’ennesima tragedia, Luca, di soli 2 anni, morto in auto dopo essere stato dimenticato dal padre che avrebbe dovuto lasciarlo all’asilo aziendale. Purtroppo non si tratta di un caso isolato. All’indomani di una tragedia, come al solito, arrivano gli interrogativi: si sarebbe potuto evitare? Come fare affinchè non accada in futuro? A questo proposito è di questi giorni la notizia di un dispositivo che potrebbe salvare la vita non solo a bambini ma anche a persone non autosufficienti nel caso in cui per distrazione o altro motivo vengano dimenticati in auto dal conducente.

Il brevetto, ideato nel 2011 e tenuto nel cassetto fin’ora, è di Antonio Cruciani, il quale afferma di volere con questo dispositivo colmare una lacuna in fatto di sicurezza in occasione di episodi del genere, laddove ancora oggi esiste un vuoto. Come è strutturato? Semplice: il salvavita in questione ha le dimensioni e la forma di un quadernone. Giusto per potere essere posizionato sotto il seggiolino. Il dispositivo ha in sè impostati due rilevatori, uno per quanto riguarda la temperatura ed uno per quanto riguarda il tempo. Raggiunti tempo e temperature prefissate avviene il lancio del primo allarme attraverso una serie di chiamate che partono verso i numeri di emeregenza preimpostati, uno dopo l’altro, così nel caso in cui il primo risulti occupato si passa subito a quello successivo. Ma non finisce quì, se i soccorsi non arrivano entro un certo intervallo di tempo ecco che viene effettuata un’altra serie di telefonate.

Ultima fase relativa al funzionamento del dispositivo prevede l’accensione di segnali luminosi e acustici che partono dall’interno dell‘autovettura in modo che i passanti o chi si trovi nelle vicinanze non possa non accorgersi che qualcosa di anomalo stia avvenendo. Unitamente parte anche l’invio di sms contenenti le coordinate della posizione dell’autovettura così che possa essere raggiunta senza difficoltà. Chissà che questa volta il brevetto non trovi riscontro positivo, qualche anno fa infatti era stato già proposto per la realizzazione senza fortuna, purtroppo.

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Photo Credit | Thinkstock

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