Bambini e armi da fuoco: sgomento negli Usa

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Tragedia sfiorata a Houston, in Texas. Tre bambini, due di sei ed una di cinque anni sono rimasti feriti da un colpo da arma da fuoco partito accidentalmente da una pistola che un bimbo nascondeva nello zainetto. E’ successo alla Ross Elementary School nella zona nord-est del capoluogo della Contea di Harris intorno le ore 11.00 durante la pausa mensa. Per fortuna il colpo non ha raggiunto nessuno, anche se dei frammenti hanno ferito in maniera non grave i tre bambini.

Analogo episodio, ma con diversa dinamica, è accaduto quasi un anno fa a Rodengo Saiano, in provincia di Brescia: un bambino di appena 3 anni ha puntato una pistola verso la madre esplodendo un colpo ferendola. Anche in quel caso il bambino era a conoscenza del nascondiglio – tutt’altro che accessibile – dell’arma.

Bambini aspiranti omicidi? Nient’affatto. A partire dai 2 – 3 anni i bambini sviluppano una curiosità e un interesse per il mondo che li circonda e tentano di riprodurre nel gioco gli stessi ruoli e gli stessi modelli che osservano nella realtà. Comportamenti aggressivi e violenti, atteggiamenti minacciosi anche se non completamente compresi vengono riprodotti come la messa in gioco delle loro pulsioni. Il bambino ha bisogno di sperimentare l’aggressività che diventa un sano sfogo ludico che non incita alla emulazione nella realtà.

C’è addirittura chi assegna alla pistola un gioco pedagogico come l’antropologo Lawrence Cohen che nel libro Playful Parenting insegna a un bambino di 6 anni “il gioco della pistola amorosa”. Se al bambino viene insegnato che chi viene colpito non può fare a meno di amare chi ha sparato, allora il bambino associa il finto sparo alla connessione intrapersonale. D’altronde non si è in grado di censurare ogni espressione violenta che passa attraverso la televisione o i fumetti, quindi è meglio riuscire a condividere questo aspetto e distinguere il gioco dalla realtà.

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