Azienda licenzia solo donne, “così stanno con i figli”

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discriminazione donne sul lavoro

Donne discriminate sul lavoro, ci risiamo. Come se non bastassero gli allarmanti dati Istat pubblicati recentemente sulla condizione delle donne lavoratrici in Italia, accade a Inzago (MI) un nuovo sconfortante episodio.

La notizia è di qualche giorno fa, ma sembra roba del secolo scorso.

La Ma-Vib, una piccola impresa a conduzione familiare con 30 dipendenti (12 uomini e 18 donne) che produce motori per impianti di condizionamento, è costretta a ridurre di circa una decina di unità il personale, a causa del calo del volume d’affari. E fin qui, nulla di strano, c’è la crisi (lo sapevate, vero?).

Quello che inquieta sono i criteri con cui sono state selezionate le persone da mettere in mobilità: non il merito, non l’anzianità, non il settore, ma il sesso. Saranno licenziate solo le donne.

C’è di più: secondo la Fiom, i titolari dell’azienda avrebbero dichiarato che tale decisione è stata presa perché così le donne potranno “stare a casa a curare i bambini”: chissà, magari si aspettano anche un grazie. Inoltre, sostengono gli illuminati dirigenti, “quello che portano a casa è il secondo stipendio”.  Ma secondo rispetto a cosa?

Tra l’altro, alla manifestazione di protesta organizzata dai dipendenti, i colleghi maschi, che pure in un primo momento avevano dato la loro adesione, non hanno partecipato, scegliendo di presentarsi regolarmente al lavoro. Quando si dice, la solidarietà tra i sessi.

L’episodio ha sollevato l’indignazione delle autorità (il consigliere regionale Cavalli, gli assessori Stancari e Del Nero, oltre naturalmente ai vertici della Fiom di Milano), indignazione che è stata sposata presto anche sul web, Facebook e Twitter su tutti.

Per dovere di cronaca, aggiungiamo che, in seguito al polverone sollevato dalla vicenda, i titolari non hanno voluto rilasciare dichiarazioni, replicando solo che le modalità dei tagli che saranno effettuati risponderanno a ragioni “oggettive”.  Ci saremmo aspettati qualcosa di più.

Ci si chiede infatti come è possibile che, nel 2011, mentre si discute di quote rosa, di pari opportunità e di politiche sociali in sostegno alle mamme che lavorano, le donne possano essere ancora considerate come quelle che “è meglio che stiano a casa” e che, se lavorano, lo fanno al massimo per hobby, calpestandone in questo modo la dignità di individui liberi e ignorando il valore aggiunto che esse rappresentano per la nostra società.

[Fonte: Corriere della Sera]

4 commenti su “Azienda licenzia solo donne, “così stanno con i figli””

  1. Buongiorno,
    mi chiamo Andrea Italia e lavoro per l’agenzia Business Press.
    Stiamo cercando di metterci in contatto con la vostra redazione per invitarvi ad un evento dedicato ai blogger in cui si parlerà dell’importanza dell’idratazione per le mamme e per i loro bambini. Utilizzo questo mezzo perchè non trovo contatti più diretti per parlare con voi. I miei contatti sono [email protected] e il mio numero è 0272585424. Spero di avere un vostro riscontro. Buona giornata.

    Andrea Italia

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