Il ciuccio, quali sono le regole da seguire

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L’uso del ciuccio è un argomento molto dibattuto tra i genitori, circondato da pareri contrastanti e luoghi comuni. È importante inquadrare questa abitudine come una delle “abitudini orali” del bambino che, se circoscritta in una precisa finestra temporale, presenta sia benefici che potenziali rischi.

Il ciuccio non è intrinsecamente negativo, in quanto la suzione è una fase di transizione e maturazione.

ciuccio neonato

Gli aspetti positivi e negativi dell’utilizzo del ciuccio

I suoi principali aspetti positivi includono: un senso di rilassamento e consolazione, infatti induce un senso di piacere e appagamento, agendo come fonte di consolazione e aiutando il bambino a gestire momenti di paura o sconforto. Può, inoltre, aiutare il bambino ad addormentarsi in modo più autonomo, senza la costante presenza del genitore.

Ci sono però anche dei rischi nell’uso prolungato oltre l’età consigliata, causando conseguenze negative sullo sviluppo oro-facciale, con un impatto significativo. Si parla di problemi strutturali, infatti l’applicazione costante di forze muscolari anomale attraverso la spinta della lingua modifica l’assetto osseo, portando a malocclusioni (cattivo allineamento dei denti) e alla formazione del palato ogivale (stretto e alto). Non solo perché può indurre una deglutizione scorretta e rallentare lo sviluppo fisiologico delle capacità masticatorie. Qualche problema può essere riscontrato anche nello sviluppo del linguaggio, pronunciando alcuni suoni in modo scorretto.

Le regole da seguire nell’utilizzo del ciuccio

Per minimizzare i rischi, è fondamentale seguire alcune linee guida importanti. Si sconsiglia di offrire il ciuccio prima di aver avviato stabilmente l’allattamento al seno (almeno il primo mese di vita), per evitare che il bambino lo preferisca o ne riduca la richiesta. È bene ricorrere al ciuccio come ultima possibilità, solo in casi di effettiva necessità e dopo aver provato altre modalità di consolazione. Questo previene la creazione di un rapporto di dipendenza.

L’età consigliata per eliminare il ciuccio è entro i 24 mesi. I primi anni sono cruciali per lo sviluppo ottimale di linguaggio, masticazione e deglutizione. L’abbandono dovrebbe essere sereno e graduale. È essenziale coinvolgere il bambino nel processo, guidandolo con consapevolezza. Ciò significa che è fondamentale spiegare con attenzione l’importanza di togliere il ciuccio e ascoltare attivamente le paure e le difficoltà del bambino.

Evitare la catenella che lo rende sempre disponibile. Si può creare una “casa per il ciuccio” (es. una scatola a tema) stabilendo orari limitati per il suo utilizzo (es. solo per la nanna). Utilizzare rinforzi positivi, sia verbali (“stai diventando grande”) che materiali. Si può usare un tabellone per obiettivi, con adesivi o piccoli premi per ogni passo avanti (es. toglierlo quando si parla o si gioca). La lettura di storie su personaggi che affrontano e superano questa difficoltà, magari raccontate insieme al bambino, può aiutarlo a prendere consapevolezza e a sentirsi motivato. Utilizzando il ciuccio con criterio e adottando strategie di abbandono consapevoli, è possibile gestirne l’uso senza compromettere lo sviluppo del bambino.

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