Il ciucci o è sempre oggetto di diversi dibattiti: c’è chi lo sconsiglia, chi invece addirittura lo considera un alleato prezioso per prevenire la Sids (la sindrome della morte improvvisa infantile) e chi sostiene che possa essere consolatorio ma che debba essere dosato. Care mamme, oggi, non ci interroghiamo sulla funzione di questo prodotto, ma parliamo di un nuovo sperimento che ha portato alla creazione di un ciuccio musicale per aiutare i bambini prematuri.
Quante volte avete notato che i vostri bambini (neonati) si sono lasciati cullare dalla voce della mamma. Nathalie Maitre, del Vanderbilt University Children’s Hospital, ha verificato che un piccolino pretermine è fin da subito messo a dura prova: deve imparare a coordinare la suzione, ingoiare la saliva, respirare. Non sono operazioni meccaniche all’inizio, ma anzi possono risultare molto difficoltose.
Abbiamo cercato un modo per velocizzare e rendere più efficiente questo passaggio. soprattutto perché spesso i problemi con il cibo sono l’unica ragione che trattiene questi bimbi in ospedale.
Ha spiegato l’esperta. Come può questa cosa essere legata al ciuccio? Nelle terapie intensive neonatali si utilizzano tettarelle speciali. Il team di Nathalie Maitre ha deciso di creare un ciuccio dotato di un sensore in grado di riprodurre una ninna nanna, con la voce della mamma. Dai primi risultati, è emerso che i bimbi che utilizzano questo nuovo strumento restano intubati una settimana in meno, sono meno stressati, mangiano di più e sono in grado di passare a un’alimentazione solo orale in tempi più brevi. La ricercatrice, come riporta LaStampa, ha dichiarato:
Un bimbo che non si alimenta non può lasciare l’ospedale. E la voce della mamma si è dimostrato un eccellente stimolate. I bambini imparano in uno o due giorni a succhiare con forza e bene, per ascoltare la canzone della loro mamma.
Il ciuccio musicale è stato sperimentato su circa 100 bambini e ogni “pipetta” aveva inserita la voce della mamma mentre canta una canzone studiata assieme a un terapista musicale in modo che potesse raggiungere il cervello dei piccoli pazienti.
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