congedo di paternità

Congedo parentale, in Inghilterra la coppia sceglie chi sta a casa

Si è sempre pensato che la maternità fosse una cosa solo femminile, per fortuna il ruolo del papà è stato rivalutato, anche se in Italia non c’è ancora una grande apertura in questo senso. Una notizia, direi rivoluzionaria, arriva dal Regno Unito che ha deciso di intraprendere una strada davvero nuova: le famiglie potranno scegliere chi, in casa, dovrà prendere il congedo: potranno assentarsi dal lavoro per un massimo di dieci mesi o mamma o papà indifferentemente.

Ecco che il ruolo dei padri diventa davvero paritario, perché potranno non solo stare accanto alla loro donna nel primo periodo dopo il parto, ma anche ottenere l’estensione del permesso nel caso in cui la mamma opti per il rientro in ufficio. Che ne pensate, care mamme? È questo un primo passo verso la parità dei diritti, anche in ufficio, ambiente in cui la donna è ancora penalizzata.

Il congedo di paternità

congedo paternità

All’interno di Gazzetta del Lavoro, il blog dedicato al lavoro ci siamo occupati già del congedo di paternità. Come ben sappiamo nel caso in cui la madre fosse impossibilitata ad occuparsi del piccolo, il padre può astenersi dal lavoro.

Ma non solo. Infatti secondo una recente norma il papà ha diritto al congedo anche nel caso in cui la madre sia casalinga.

Rivediamo i principali punti.

L’INPS ha accolto la sentenza del Consiglio di Stato (n. 4293 del 09.09.2008, Sezione VI) che ha esteso la norma dei riposi giornalieri anche al padre anche nel caso in cui la madre è casalinga e risulti impegnata in attività che la distolgano dalla cura del neonato. A questo scopo la madre casalinga è considerata alla stregua della “lavoratrice non dipendente”

Lavoro e gravidanza

lavoratrice in gravidanzaUna donna in gravidanza è tutelata dalla legge e questo vale anche e soprattutto quando si parla di lavoro. Informare il datore di lavoro del vostro stato è fondamentale soprattutto nel caso in cui svolgiate una mansione che vi faccia stare a contatto con prodotti che potrebbero compromettere lo stato di salute del bebé; inoltre, una donna, durante la gravidanza e nei successivi 7 mesi al parto non può essere adibita a lavori faticosi oppure pericolosi.

La legge inoltre prevede che la futura mamma possa assentarsi dal lavoro per 5 mesi: 2 mesi prima del parto e 3 dopo il parto. In questo caso si parla di astensione obbligatoria. La donna lavoratrice può richiedere, previo accertamento medico e dopo un controllo da parte della Direzione Provinciale del Lavoro anche un congedo anticipato (ad esempio in presenza di situazioni di lavoro ritenute a rischio per lo stato di gravidanza). Se la gravidanza procede bene la lavoratrice può continuare a lavorare fino all’ottavo mesi gravidanza presentando al proprio datore di lavoro un certificato di salute che attesti che sia lei che il bambino sono in buona salute.