abbandono neonati
Neonato abbandonato

Neonato nasce senza gambe e un braccio e viene abbandonato dopo il parto

Neonato abbandonato

Ancora una volta parliamo di abbandono. Scegliere di non diventare genitori è un diritto, così come di abortire, partorire in anonimato e rinunciare al proprio bambino. In un Paese civile come il nostro abbiamo, per fortuna, tutte queste possibilità tra cui scegliere e possiamo farlo con consapevolezza e con tutta l’assistenza sanitaria (gratuita) necessaria. Eppure si leggono spesso fatti di cronaca che fanno rabbrividire, forse frutto dell’ignoranza, della paura o del panico. Due mesi fa nell’ospedale San Donato di Arezzo è nato Francesco, un bimbo senza gambe e senza un braccio.

Il diritto delle donne al parto in anonimato contro l’abbandono dei neonati

A Roma, questo weekend, una donna ha partorito in un bagno di un fast food, ha messo il bebè in un water e poi, lasciando il bagno pieno di sangue, è scappata. Storie di ordinaria follia, storie da brividi che lasciano davvero senza parole. Colei che può compiere un gesto simile, è una donna spaventata e forse non conosce la legge italiana. Non siamo qui per fare un processo o per dare dei giudizi. Ognuno è responsabile dei suoi gesti.

Abbandonato un bambino nella culla termica della Mangiagalli: non succedeva dal 2007

A Milano è tornata in funzione la Ruota degli esposti. Si chiama Mario, pesa un chilo e 700 grammi e ha circa una settimana, il bambino abbandonato nella culla termica della Clinica Mangiagalli venerdì sera. Il piccolo, vestito con una tutina azzurra e in buone condizioni di salute, è stato introdotto nella culla con un biberon di latte materno e qualche vestitino.

La storia di Mario ha commosso l’Italia, intanto perché è dal 2007 che il servizio non veniva utilizzato e poi perché fa supporre che questo piccolo sia stato accudito dalla sua mamma con tanta cura e tanto amore, finché non ha schiacciato il bottone rosso fuori dall’ospedale.

Neonati abbandonati nel 2011, 41 solo a Roma

Il 2012 è iniziato ormai da più di una settimana e come di consueto è tempo di stilare bilanci sull’anno appena terminato. Fare bilanci, però, non è sempre una buona idea perchè spesso si rivelano negativi. E’ il caso, ad esempio, degli abbandoni di neonati in strutture ospedaliere. Il 2011, infatti, è stato un anno tremendo per quanto riguarda i neonati abbandonati nel nostro paese. Basti pensare che solo nella regione Lazio i casi di abbandono sono stati circa 60 nel 2011. Situazione simile in tutte le altre regione italiane dove la triste pratica dell’abbandono è, purtroppo, in aumento.

Progetto Ninna-ho, per non abbandonare i neonati

Diventare mamma è, per una donna, un’esperienza unica e meravigliosa. Accade, però, che alcune circostanze negative, come disagi sociali ed economici, minino la gioia della maternità, spingendo la donna a compiere un gesto estremo e disperato come l’abbandono del proprio figlio o, peggio ancora, l’infanticidio. Dietro questi drammi ci sono motivazioni disparate e complesse e donne di ogni nazionalità, età e livello sociale. In Italia, nonostante la normativa vigente consenta ad una donna il diritto di partorire in anonimato e a non riconoscere il proprio bambino, la cronaca è piena di storie di abbandoni e infanticidi. Per cercare di prevenire ed evitare queste situazioni drammatiche, è nato il Progetto Ninna-ho.

Cosa è il progetto Ninna-ho?

Si tratta di un progetto sostenuto dalla Fondazione Francesca Rava e da KPMG Italia con il patrocinio del Ministero del Lavoro, della Salute e delle Politiche Sociali e della Società Italiana di Neonatologia. Ninna-ho si rivolge a tutte le madri, italiane e straniere, che per problemi economici, sociali o psicologici non possono prendersi cura del proprio bambino.