La leggenda della Befana

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La befana è una delle figure legate alle festività natalizie più amate dai bambini di tutti i tempi. Trattata con diffidenza dal 1978 al 1985, periodo in cui il 6 gennaio non fu più considerato un giorno di festa, da qualche anno è tornata a dispensare instancabile dolcetti ai bimbi buoni e qualche pezzeto di carbone (dolce però!) ai più monellini.

Le origini di questa figura si perdono nella notte dei tempi ma la befana, così come la conosciamo oggi, ha cominciato a far parte dell’immaginario collettivo intorno al tredicesimo secolo. Il suo aspetto, non proprio piacevole, si deve alla credenza secondo la quale rappresenta l’anno che ci lascia.

Una leggenda la lega al passaggio dei Magi nel loro viaggio verso Betlemme e spiega, credo, perchè, le viene attribuita la caratteristica di essere una vecchietta un po’ sgorbutica ma che in fondo nasconde un cuore d’oro:

Si narra che i tre Magi attraversarono molti paesi prima di giungere alla grotta santa di Betlemme e che in molti, saputa la loro meta, vollero seguirli. L’unica a non volere unirsi al gruppo fu una vecchina che si disse troppo indaffarata. Sembra però che appena qualche ora dopo, pentita del proprio rifiuto, la vecchietta avesse preparato dei dolci e si fosse messa alla ricerca dei tre vegliardi senza riuscire però a raggiungerli.

Così non vide mai Gesù bambino e da allora, nella notte fra il 5 e il 6 gennaio, si reca nelle case dei bambini buoni per donare loro quei dolcetti che erano destinati al figlio di Dio.

Numerose sono poi le filastrocche dedicate alla befana. Tutte, almeno quelle che conosco io, sono brevi e buffe. La più nota è senz’altro questa:

La befana vien di notte

con le scarpe tutte rotte

col cappello alla romana

viva, viva la Befana!

Della quale esiste anche una variante

La befana vien di notte

con le scarpe tutte rotte

con le toppe alla sottana

viva, viva la Befana!

 

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