Fiabe per bambini, I tre anelli di Capuana

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Scrittore, critico e giornalista italiano, Luigi Capuana è uno dei principali letterati italiani di fine 800 appartenente alla corrente letteraria del Verismo. Tra le tante opere di Capuana, troviamo numerosi scritti dedicati a ragazzi e bambini ed in particolare le fiabe. Scritte in modo semplice e caratterizzate da ritornelli e cadenze tipiche delle canzoncine, le fiabe di Capuana sono per lo più fiabe popolari che raccontano con passione la vita della gente della sua terra, la Sicilia.

Oggi, care mamme, voglio farvi conoscere una bella fiaba di Luigi Capuana che potete leggere ai vostri figli per stimolare la loro creatività e per favorire lo sviluppo del loro linguaggio.

I tre anelli

C’era una volta un sarto, che aveva tre figlie una piu’ bella dell’altra e gia’ in eta’ da marito, ma senza dote. Allora ando’ a trovare una vecchia fata, perche’ desse alle ragazze una certezza per il futuro. La vecchia rispose che sarebbero state loro stesse a sceglierselo e si tolse di tasca tre anelli: uno d’oro, uno d’argento e uno di ferro e li mise sul palmo della mano.

La maggiore prese l’anello d’oro, la mezzana quello d’argento e la minore quello di ferro. Si sparse la voce che le figlie del sarto avevano gli anelli della buona sorte. Il re del Portogallo doveva prendere moglie e scelse la maggiore. Un principe sposo’ la mezzana, mentre per la minore si presento’ un pecoraio, ma il sarto che aveva una figlia regina ed una principessa si era insuperbito e lo caccio’ via. Passo’ un anno e il pecoraio torno’ alla carica. Questa volta il sarto acconsenti’ alle nozze e poco dopo parti’ per andare in visita della figlia regina. La trovo’ che piangeva, perche’ non poteva avere figli. Il povero sarto non poteva far nulla e parti’ per far visita alla figlia principessa e trovo’ in lacrime anche lei, per lo stesso motivo. Il principe l’aveva gia’ minacciata di cacciarla di casa, ma anche questa volta il povero sarto non poteva far nulla e parti’ per andare a trovare la figlia maritata col pecoraio, ma aveva vergogna di presentarsi e si travesti’ da mercante.

Arrivato vicino a un villaggio, vide un magnifico palazzo e domando’ a chi appartenesse. Mentre gli rispondevano che era il palazzo del re Sole, si senti’ chiamare da una finestra: “Mercante, se porti bella roba, sali su. La regina vuol comprare”. E appena salito, scopri’ che la regina era la sua figlia minore. Il vecchio rimase di sasso e si fece riconoscere. “Sono tuo padre – disse – e ti chiedo perdono”. Lei gli diede il benvenuto, lo fece accomodare a tavola pregandolo pero’ di andar via prima di sera, che altrimenti il re Sole lo avrebbe incenerito. Ebbe un pensiero anche per le sorelle: una nocciola per la maggiore, una boccettina di acqua per l’altra. Quando le due sorelle seppero della fortuna toccata alla minore e videro quei doni, non ci videro dall’invidia e li distrussero. I loro mariti non sopportavano piu’ queste mogli cosi’ cattive e ingrate e senza aspettare oltre, le fecero cacciare dal palazzo e poco dopo si seppe che erano morte di fame e di freddo. Il babbo torno’ dalla figlia minore e racconto’ piangendo cosa era successo alle sorelle. La sera torno’ re Sole, e la moglie gli domando’ cosa avesse visto durante il viaggio. E lui disse di aver visto morire una regina e una principessa. “Erano le mie sorelle! Tu che puoi, falle tornare in vita”.

Il giorno dopo re Sole giunse dov’era seppellita la regina e disse “Tu che stai sotto terra, mi manda tua sorella. Se dal buio vuoi uscire, del mal fatto ti devi pentire”. E lei: “Rispondo a mia sorella: sto bene sotto terra”. E il re Sole la lascio’ dov’era e continuo’ il suo viaggio. Arrivato dov’era sepolta la principessa disse: “Tu che stai sotto terra, mi manda tua sorella. Se vuoi tornare in vita, del mal fatto sii pentita”. E lei: “Rispondo a mia sorella: sto bene sotto terra”. Il re Sole continuo’ cosi’ il suo viaggio e quelle due sorelle se le mangiarono i vermi.

Allora, mamme, che ve ne pare? Fatemi sapere se piacerà ai vostri bambini!

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