Celiachia più frequente nei bambini nati in estate

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L’estate sembra essere la stagione delle favole, quella in cui tutto può succedere. Quando si è piccoli le vacanze sono come l’Eldorado. Eppure i mesi caldi nascondono tante insidie: l’afa, la disidratazione, le scottature e non è tutto. I bambini nati in estate possono correre un più alto rischio di sviluppare la malattia celiaca.

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Questo è quanto emerge da uno studio clinico coordinato dall’Ospedale Pediatrico Bambino Gesù e pubblicato di recente sulla rivista scientifica European Journal of Pediatrics. Si tratta di un’allergia al glutine, una nota proteina contenuta in grano, orzo, segale e avena. L’associazione tra stagionalità e rischio di sviluppare la malattia celiaca era già emersa in altri studi condotti in Nord America, Nord Europa ed Israele. Un’evidenza rafforzata anche dallo studio dell’Ospedale della Santa Sede.

La dottoressa Antonella Diamanti, gastroenterologa e responsabile della Nutrizione Artificiale del Bambino Gesù, ha così spiegato:

Il possibile link tra stagione di nascita e sviluppo di celiachia, in soggetti geneticamente predisposti potrebbe essere rappresentato dalla concomitanza tra la prima introduzione del glutine (consigliata dai pediatri in genere a 6 mesi di età e quindi tra novembre e gennaio nei nati in estate) con il periodo di maggiore probabilità di esposizione ad infezioni gastrointestinali virali acute da Rotavirus.

Ecco quindi dove si nasconde l’insidia. Il Rotavirus è la causa più comune di gastroenterite pediatrica in neonati e bambini al di sotto dei 5 anni e che si manifesta con più frequenza tra la fine dell’inverno e l’inizio della primavera. Alcuni studi epidemiologici, infatti, hanno evidenziato che un alto tasso di infezioni da Rotavirus può incrementare il rischio di sviluppare la malattia celiaca in soggetti geneticamente predisposti. Ci deve però essere una predisposizione genetica, non basta l’infezione e il mese di nascita. Ricordiamolo perché si f davvero molto in fretta a creare confusione e inutili allarmismi.

 

Photo Credits | Shutterstock / Volodymyr Tverdohlib

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