Oppio durante il parto: la risposta della Società Italiana di Anestesia

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oppio-parto-epiduraleQualche giorno fa vi ho riportato una interessante notizia pubblicata dal Corriere della Sera riguardo l’uso di un oppiaceo in sala parto da usare in sostituzione dell’epidurale nelle donne con problemi di coagulazione. Sembra che nella comunità scientifica ci sia stato un grosso fermento attorno a questa notizia e che la Società Italiana di Anestesia, Analgesia, Rianimazione e Terapia Intensiva abbia ritenuto opportuno scrivere un comunicato per chiarire la sua posizione in merito a questo tema. Ovviamente mi sembra doveroso riportare la risosta nella sua interezza vista la delicatezza del tema ed anche la sua rilevanza per tutte le mamme che hanno magari intravisto nella notizia una possibilità nuova rispetto all’analgesia nel parto.

Egregio Direttore,
In merito all’articolo apparso sul Corriere della Sera il 18 marzo “Oppio in sala parto, il dolore scompare” a proposito dell’uso di oppioidi endovenosi per il dolore del travaglio, vorremmo rendere noto all’opinione pubblica che la comunità scientifica internazionale e quella Italiana non considerano la tecnica di parto indolore usata dall’ospedale Careggi di Firenze un’alternativa all’analgesia epidurale.

Il remifentanil è un nuovo e costoso farmaco oppioide sintetico che purtroppo ha scarsa efficacia analgesica e potenziali effetti secondari pericolosi di depressione respiratoria su mamma e soprattutto sul neonato. I risultati delle sperimentazioni internazionali su questo farmaco sono ancora controversi e non vi è alcuna raccomandazione o linea guida accreditata che ne autorizzi l’uso per le future mamme. L’esperienza fiorentina pubblicata sulla rivista Anesthesia&Analgesia è preliminare e limitata ad un piccolo numero di casi. La stessa prestigiosa rivista americana giudicava il farmaco in questione di dubbia utilità terapeutica e non priva di effetti collaterali.

Al momento gli oppiodi endovenosi possono trovare una indicazione nel travaglio di parto esclusivamente nei rarissimi casi quando la analgesia epidurale è controindicata e mi meraviglia l’approvazione clinica del suo uso su un numero così grande di donne da parte del comitato bioetico del Careggi: come è stato ottenuto il consenso informato su più di 1000 mamme per l’uso di un farmaco non approvato dal ministero per quell’uso, scarsamente o solo parzialmente efficace e potenzialmente pericoloso per il neonato? Inoltre, per motivi di sicurezza il remifentanil richiede di essere infuso sotto stretta e continua sorveglianza del medico anestesista per tutto il tempo della sua somministrazione (e quindi per tutta la durata dell’analgesia in travaglio): è stata garantita tale assistenza continua?

L’analgesia epidurale rimane la tecnica più sicura e più efficace per avere un travaglio ed un parto naturale, sereno e senza dolore e milioni di donne in molti paesi del mondo ne usufruiscono da decenni. Il Comitato Nazionale di Bioetica si è pronunciato a favore del diritto della donna a partorire senza dolore e concordemente alle linee guida dell’Istituto Superiore di Sanità (SNLG-ISS) indica l’analgesia epidurale come la tecnica più appropriata, più efficace e più sicura per mamma e bambino, tanto che il Ministero della Salute l’ha inserita nei livelli minimi di assistenza. Purtroppo l’applicazione delle indicazioni ministeriali da parte delle regioni è ancora scarsa e difforme a causa dei tagli alla spesa sanitaria, ma non per questo è opportuno proporre alternative poco efficaci, ancora sperimentali, costose, e non prive di rischi per la donna ed il bambino.

Ai sensi di quanto disposto dall’art. 8 della legge 8-2-1948 n. 47, sostituito dall’art. 42 della legge 416/81, le chiedo la pubblicazione di questa smentita e delle relative precisazioni.

E’ per noi essenziale che tale pubblicazione avvenga – a norma di legge – con il medesimo risalto, sia per collocazione che per titolazione, dell’articolo destituito di fondamento sopra citato a firma di Margherita De Bac.

Cordialmente

Prof Vito Aldo Peduto
Presidente della Società Italiana di Anestesia, Analgesia, Rianimazione e Terapia Intensiva

Prof Amedeo Costantini
Coordinatore Sezione Culturale Medicina del Dolore

Dr Giorgio Capogna
Coordinatore Anestesia ed Analgesia in Ostetricia

La risposta all’articolo mi sembra sufficientemente chiara ma lo è ancora di più il fatto che il rapporto costi benefici sia assolutamente sproporzionato rispetto ai possibili danni arrecabili alla mamma e al bambino.

4 commenti su “Oppio durante il parto: la risposta della Società Italiana di Anestesia”

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