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Bambini imparano nomi cibi grazie pasticci seggiolone

Bambini imparano nomi dei cibi grazie ai pasticci sul seggiolone

Bambini imparano nomi cibi grazie pasticci seggiolone

Vi è bastato distrarvi un secondo, magari giusto il tempo di prendere un tovagliolo dal cassetto, per ritrovare il vostro bimbo, lasciato comodamente seduto sul suo seggiolone con di fronte la sua pappa, in preda ad una battaglia armato di piatto e cucchiaio? Beh, non è una scena inusuale, a tratti è anche divertennte se non si pensa alla conseguente pulizia che ne deriverà, sia per quanto riguarda il bebè, che potrebbe essere traquillamente immerso nella vasca con tutti i vestiti (si scherza, ovviamente) che la cucina. Tornando seri, secondo uno studio condotto dai ricercatori dell’Università dell’Iowa, la scena appena descritta avrebbe dei risvolti significativi. Attraverso i pasticci che il bambino combina con i cibi, difatti, imparerebbe il nome di questi ultimi.

Studiare rende di più se si fa attività fisica

 Mens sana in corpore sano. Lo dicevano già i latini e non sbagliavano.

Infatti particolari tipi di sport facilitano l’attività cognitiva e quindi il rendimento scolastico.

Il corpo è un sistema integrato e non particellare come a lungo si è pensato: ciò significa che non è possibile pensare di curarne una parte o un aspetto senza interessarsi del resto.

E questo vale anche per che riguarda il cervello e il suo delicato e complesso funzionamento: molti studi hanno appurato che lo sport aiuta il rendimento scolastico e non solo per il fatto che il corpo risulta rinvigorito e fortificato, ma anche perché esso aiuta ad eliminare l’ansia da prestazione.

Scrittura corsiva in via d’estinzione?


Uno spunto per riflettere alla vigilia delle apertura delle scuole. Una percentuale considerevole degli adolescenti di tutto il mondo non utilizza mai o addirittura non sa utilizzare la scrittura in corsivo. C’è da chiedersi se tratta di una normale evoluzione della comunicazione umana oppure di una regressione? Oppure, come sostengono taluni, di un potenziale pericolo per lo sviluppo neuromotorio dei bambini?