Placenta invecchiata: cause e rimedi per questo problema

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Placenta invecchiata
Sintomi e cause della placenta invecchiata

La placenta invecchiata è una problematica molto comune per le donne in stato interessante. Generalmente, alla fine della gravidanza, la placenta tende a calcificarsi, ovvero a mostrare sintomi dell’invecchiamento; questa condizione è assolutamente naturale; di contro, se suddetta calcificazione, tende a manifestarsi durante la gravidanza stessa, è possibile che si tratti di una condizione patologica che potrebbe comportare sofferenza fetale. La placenta invecchiata, è una condizione patologica, causata dal fumo di sigarette, che comportano un invecchiamento delle cellule, dall’ipertensione, dalla gestosi. A queste tre principali cause, si associano diversi altri fattori, che possono favorire l’invecchiamento placentare.

 

La placenta invecchiata, non apporta danni gravissimi al bambino: quelli maggiori, sono la mancanza di ossigeno al feto, causato dai depositi di calcio che si vengono a formare all’interno della placenta, che ostacolano l’apporto di ossigeno, aumentando la formazione di coaguli di sangue. Dopo la trentacinquesima settimana di gravidanza, si può decidere di far nascere il bambino, in caso di presenza di calcificazioni eccessive. Il monitoraggio deve essere effettuato in modo costante, cosi da tenere sotto controllo le condizioni del bambino.

 

Per ovviare a questa problematica gestazionale, è possibile effettuare una cura preventiva: evitare di fumare, è il primo step; è importante inoltre tenere sotto controllo l’ipertensione e seguire una sana e bilanciata alimentazione. L’assunzione di calcio, deve essere bilanciata in modo adeguato, introducendo circa 1000 mg al giorno; il calcio può essere assimilato mediante gli alimenti, o mediante compresse integrative. E’ consigliabile effettuare movimento anche durante la gestazione, passeggiando a passi svelto, per circa trenta minuti al giorno.

 

La placenta invecchiata, ha come prima conseguenza, il mancato sviluppo del feto, che all’ecografia, mostra unghie lunghe e pelle squamata. In passato, non era possibile intervenire su una problematica del genere, perché non esistevano metodologie d’indagine per individuare una problematica del genere. La placenta veniva analizzata direttamente dopo il parto, se il bambino nasceva poco sviluppato. Attualmente è possibile riconoscere i sintomi, effettuando un costante monitoraggio del feto, seguendo un’alimentazione equilibrata e uno stile di vita sano.

 

Generalmente la gestante non manifesta alcuna sintomatologia; sarà infatti il medico a individuare la problematica e a suggerire alla gestante la soluzione per far rientrare il problema. Anche la tempistica, ha la sua funzione in questo caso, infatti, se la placenta si mostra invecchiata all’inizio della gravidanza, i rischi saranno maggiori, se a fine, si potrà effettuare un parto indotto, o un cesareo, per evitare che vi siano della complicanze per il bambino.

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