Neonati e carenza di vitamina D, l’inquinamento ambientale tra i fattori di rischio

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Secondo uno studio pubblicato sul Journal of Endocrinolgy and Metabolism, l’esposizione all’inquinamento ambientale durante la gravidanza aumenta il rischio che il nascituro sia affetto da una carenza di vitamina D. Da qui l’aumento del rischio di sviluppare, nel corso della vita, alcune patologie quali asma e allergie.

La vitamina D, infatti, svolge un ruolo fondamentale in molte funzioni dell’organismo (quali la corretta mineralizzazione di ossa e denti) e una sua carenza può causare, tra l’altro, rachitismo nel bambino. Lo studio, condotto dai ricercatori dell’Institut National de la Santé et de la Recherche Médical di Parigi, ha coinvolto un campione di 375 neomamme e i loro bambini appena nati.

Di ciascuno di essi sono stati analizzati sia i livelli di vitamina D presenti nel siero sanguigno del midollo osseo, sia l’esposizione ad inquinanti atmosferici quali biossido d’azoto, polveri sottili e particolato. L’analisi dei risultati ha mostrato una correlazione tra l’esposizione agli agenti inquinanti durante la gestazione e la carenza di vitamina D. In particolare, maggiore era il grado di esposizione agli agenti inquinanti, minore era il livello di vitamina D.

La vitamina D si trova in alcuni alimenti come uova, pesci, formaggi grassi e burro ma viene sintetizzata mediante l’esposizione alla luce del sole.

[Fonte]

Photo credit | Think Stock

 

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