Coliche renali in gravidanza: come curarle

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Coliche renali in gravidanza: come curarle

Tra i tanti problemi di salute dai quali una donna in dolce attesa possa essere colpita ci sono anche le coliche renali. Si tratta di uno dei disturbi urologici più dolorosi che possano esistere ed è caratterizzato da un dolore forte, accompagnato da spasmi muscolari, che colpisce le vie urinarie, provocato dal passaggio di un calcolo attraverso l’uretere. In presena di una gravidanza, nel 90% dei casi, invece, può accadere che tale disturbo può sia legato alla calcolosi ma alla idronefrosi gravidica fisiologica. Sotto tale termine non si nasconde altro che una dilatazione delle vie urinaria provocata dal peso dell’utero e dall’azione degli ormoni .

Questo genere di disturbi si manifesta generalmente nel secondo trimestre di gravidanza. Tra i sintomi, facilmente riconoscibili, un forte dolore alla schiena e all’addome, un bruciore insopportabile durante la minzione, ed in alcuni casi febbre alta.

In quanto alla cura delle coliche renali, questa dovrà essere valutata di volta in volta considerate le caratteristiche dei calcoli, come ad esempio le loro dimensoni, dal medico o dall’urologo. Nella maggior parte dei casi esse prevedono la somministrazione di antibiotici e analgesici, scelti con cura per evitare che possano arrecare danni alla salute del feto.  Nei casi più gravi, ovvero la comparsa di febbre alta e la presenza di forti dolori probabilmente potrebbe richiedersi un immediato ricovero in ospedale.

Tra i rischi legati alle coliche renali in gravidanza c’è quello del parto pretermine. Si tratta di un’eventualità che di volta in volta i medici cervano di scongiurare attraverso il ricorso ai metodi più adatti. A volte necessaria può essere l’applicazione di uno stent urinario, un tubicino inserito tra rene e vescica per favorire il drenaggio delle urine nel caso di ostruzioni provocate da un calcolo. In ogni caso per la rimozione dei calcoli, è sempre bene agire dopo il parto per evitare qualunque tipo di rischio legato alla salute del bambino.

Photo Credit | Thinkstock

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