ragadi al seno
Ragadi al seno durante l'allattamento, cosa sono e come si curano

Ragadi al seno durante l’allattamento, cosa sono e come si curano

Ragadi al seno durante l'allattamento, cosa sono e come si curano

Chi ha avuto modo di constatare di cosa si tratti sa quanto possano essere dolorose. Le ragadi al seno non sono altro che dei taglietti che si vanno a formare durante l’allattamento intorno al capezzolo, causate dallo scorretto attaccamento del neonato al seno materno. Le ragadi possono essere più o meno gravi: possono, cioè, comparire ed andarsene nel giro di pochi giorni e con pochi fastidi o prolungarsi aggravandosi con annesso dolore e sanguinamento, che si verificano ogni volta che si allatta e che possono dar vita all’insorgenza di infezioni.

Ragadi al seno: prevenzione e cura


Ragadi al seno. Cosa sono, rimedi, come curarle. Ne abbiamo già parlato ma è bene rispolverare l’argomento con maggiore attenzione agli indizi che ci permettono di capire se la suzione è corretta oppure si è a rischio ragadi. Come si è gia detto, è importante che il bambino sia attaccato al seno in maniera corretta.

Allattare i gemelli, come e perché

AA045234Allattare i gemelli al seno: missione possibile?

Questo articolo è dedicato a tutte le mamme che aspettano gemelli ed in particolare a Giulia che dalla fan page di Facebook mi ha confidato la sua voglia di allattare al seno i suoi piccoli ma anche la sua paura di non riuscire a farlo. Allora iniziamo!
Tutte noi sappiamo quanto allattare il proprio figlio sia importante, salutare per noi e anche per loro. Ma allattare i gemelli è ancora più importante perché di frequente nascono con un grado di prematurità e devi sapere che il latte prodotto dalle mamme dei bimbi nati prima ha una composizione diversa, più nutriente “creata” appositamente per acellerarne la crescita ma anche per fornirgli una buona dose di anticorpi.

Avrai un mondo di domande per la testa vediamo se sono le stesse che ho pensato io.

Allattare due gemelli è più faticoso che allattare un solo bambino?

Se rispondessi di no direi una bugia, è faticoso sia dal punto di vista fisico, visto che il tuo corpo deve produrre latte a sufficienza per due bambini e ciò richiede tantissima energia, sia dal punto di vista del tempo da ritagliarsi per fare questa magnifica operazione. Anche se li allatterai contemporaneamente avrai come la sensazione, soprattutto nelle prime settimana di rodaggio, di non fare altro che allattare, cambiare pannolini e di nuovo alllattare. Il consiglio è cercare di trovare una tua routine nel fare le cose, di fare più tentativi di incastrare i tuoi impegni casalinghi finché non troverai la giusta via. I problemi che potresti incontrare allattando i gemelli sono gli stessi che incontreresti allattando un bimbo solo: mastite, ragadi al seno, difficoltà di trovare la posizione giusta. Ma con un pò di sana pazienza e tranquillità vedrai che si può fare.

Ragadi al seno: come evitarle

ragadi al seno

Le ragadi sono dei taglietti che si formano sul capezzolo della neomamma durante i primi giorni dell’allattamento; generalmente scompaiono nel giro di poco tempo, ma a volte possono diventare talmente dolorose, e a volte addirittura sanguinanti, da scoraggiare la mamma ad allattare il bambino al seno.

Le ragadi si formano soprattutto per due motivi: la postura sbagliata del bambino durante l’allattamento e le poppate troppo lunghe; evitare le ragadi è possibile, basta seguire alcuni facili accorgimenti, come ad esempio consentire al bambino di attaccarsi in modo corretto al capezzolo, vale a dire facendolo attaccare all’intera areola, e non solo alla punta sporgente. Inoltre,  la suzione deve avvenire a capezzoli alteranti e per non più di 15 minuti a seno. Le donne che sono più predisposte alle ragadi sono quelle che hanno il capezzolo retratto, perché è difficile attaccare il bambino in modo corretto, ma si può rimediare utilizzando il paracapezzolo.

Mastite, frequente complicanza dell’allattamento

mastite

Allattare il proprio bimbo al seno è il gesto più sano e naturale del mondo, eppure talvolta possono insorgere delle complicanze che impediscono alla mamma di nutrire serenamente il proprio piccolo. Spesso però si tratta di situazioni assolutamente risolvibili con l’aiuto del proprio medico la cui comparsa non deve scoraggiare dal proseguire nell’allattamento.

La cosiddetta mastite puerperale è una delle complicanze dell’allattamento che insorge più frequentemente, soprattutto fra le primipare. In genere fa la propria comparsa circa una decina di giorni dopo il parto a causa di batteri o funghi la cui azione nociva è favorita da un ingorgo mammario non risolto o dalla presenza di ragadi che aprono l’ingresso agli agenti patogeni che causano l’infezione.

I sintomi della mastite sono rappresentati da febbre alta (+38°), sensazione di malessere generale, gonfiori e/o dolori a carico di una o più raramente di entrambe le mammelle che appaiono calde al tatto. Nei casi più gravi può crearsi un ascesso. Non sempre  è necessario sospendere l’allattamento in presenza di mastite, anzi in alcuni casi questo potrebbe determinare un aggravamento dei sintomi.