Ecografia di secondo livello: cos’è e quando si fa

Spread the love

Ecografia di secondo livello: cos'è quando si fa

Tra gli esami facenti parte della diagnosi prenatale c’è anche l’ecografia di secondo livello. Nonostante l’alta percentuale dei bambini sani alla nascita, che si quantifica intorno al 96%, può accadere, purtroppo, che in 1 caso su 100 il neonato presenti dei difetti congeniti. Alla base della maggior parte delle malformazioni ci sono diverse possibili cause, quelle principali comunque sono di natura genetica ed ambientale. Grazie all’ecografia in oggetto è possibile individuare un’alta percentuale di tali malformazioni, variabile tra il 50 ed il 70 %. Ma scopriamo nello specifico che cos’è e quando si fa l’ecografia di secondo livello.

Cos’è

L’ecografia di secondo livello è un esame dettagliato che viene effettuato su richiesta, ovvero in presenza di sospetti circa il rischio di malformazioni o, ancora, per risolvere determinati quesiti. Viene eseguita attraverso macchinari ecografici sofisticati con sonde dedicate. Durante l’ecografia vengono quindi esaminate le diverse parti del corpo del feto (anatomia cerebrale, faccia, colonna vertebrale, stomaco, intestino, cuore, reni, gambe e braccia) con particolare attenzione alla misurazione della crescita fetale. Non solo: si esegue altresì la valutazione della quantità di liquido amniotico e la posizione della placenta. Tra i limiti di detta ecografia ci sono quelli relativi ai difetti di piccole dimensioni, quelli di natura evolutiva ed infine ciò che riguardi la patologia ostruttiva del tratto gastroenterico.

Quando si fa

L’ecografia di secondo livello si esegue tra la 20esima e la 22esima settimana di gestazione. Nel caso i cui si riscontri un’anomalia a livello anatomico, seguiranno indagini ancora più dettagliate e corredate da una valutazione della diagnosi differenziale e della prognosi, seguite quindi dalla gestione della patologia fetale. Oltre che nel caso di sospetto di anomalie, viene eseguita in determinate circostanze come, ad esempio, l’assunzione di alcuni particolari farmaci (teratogeni), in caso di infezioni durante la gravidanza o ancora nell’eventualità che precedentemente sia stato dato alla luce un bambino con anomalie.

Photo Credit | Thinkstock

Lascia un commento