Svezzamento vegetariano e vegano: cosa c’è da sapere

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svezzamento vegetariano

I vegetariani eliminano dalla propria alimentazione e da quella dei figli, anche in fase di svezzamento, la carne e il pesce, altri, come i vegani e i macrobiotici puri, rifiutano l’uso di molti derivati animali, fino a rinunciare anche al miele.

Il rispetto per la diversità fisica e mentale di un bambino in paragone di un adulto, dovrebbe consigliare la scelta migliore per lui, indipendentemente dalle convinzioni mediche, filosofiche o religiose dei genitori: negli Stati Uniti, alcuni giudici hanno dichiarato che imporre ai figli questo tipo di alimentazione è un vero e proprio abuso di minore, e le statistiche dimostrano che una rigida alimentazione macrobiotica o vegana può danneggiare lo sviluppo del bambino durante il suo primo anno di vita.

Nutrire un lattante con queste regole severe sarebbe difficile anche per un esperto di alimentazione: i bisogni di nutrienti devono essere attentamente panificati e il gran volume dei vegetali e la loro minore digeribilità può dare dei problemi al bambino in fase di crescita. Nella dieta vegana e macrobiotica la scarsezza di acidi grassi riduce la quota calorica, la ricchezza di fibre riduce la disponibilità di alcuni minerali, e la carenza di alcune vitamine, così quella del ferro, vanno integrate con vitamine di sintesi.

In generale, i bambini svezzati senza proteine animali di nessun genere sono più magri e crescono più lentamente rispetto ai quelli vegetariani tradizionali e a quelli che seguono un’alimentazione mista. Nei vegetariani, infatti, tutte le necessità sono compensate: la carenza di ferro che può insorgere se la dieta è troppo ricca di latticini può essere riequilibrata dal consumo di legumi e cereali.

Nel caso in cui il bimbo abbia difficoltà a seguire questa dieta, sarà bene rispettarlo, perché la regola base dello svezzamento deve essere il rispetto dei bisogni e dei tempi del bambino. Uno svezzamento forzato può produrre disturbi di natura emotiva, alterare il rapporto che il bambino ha con il cibo e creare stati d’ansia legati al momento del pasto, che possono durare per molti anni.

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