Svezzamento: l’importanza della prima pappa

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Torniamo a parlare della prima fase dello svezzamento, quella che segna con la prima pappa l’inizio di una nuova esperienza tra mamma e bambino e che questa volta può coinvolgere papà che finora sono stati un pò assenti. Bisogna dire che la maggior parte dei pediatri è concorde con il fatto che fin dal quarto mese si può inserire un pasto di frutta. Più che a i fini nutrizionali le prime pappe servono a far prendere confidenza al neonato con i nuovi sapori o per aiutarlo in caso di stitichezza con omogeneizzati alla prugna o alla pera.

La primissima fase dello svezzamento non dev’essere dunque un motivo di abbandono dell’allattamento che secondo l’OMS – l’Organizzazione Mondiale della Sanità dev’essere protratto fino al sesto mese. All’inizio il vasetto di frutta sostituirà un solo pasto di latte, possibilmente l’ora di pranzo.

Partiamo da un concetto empirico che spesso trae in inganno molti genitori: se per noi cambiare vuol dire evitare la noia per il bambino è vero l’esatto contrario. Cambiare spesso i gusti della frutta solo per l’idea di fornire al bambino una varietà di sapori ampia è un errore sia per la possibilità di sviluppare allergie sia per il tempo necessario a maturare la conoscenza con il cibo.

Non è dunque la quantità di cibo che rimane sul piatto ma l’atteggiamento e l’interesse dimostrato dal bambino ad essere al centro delle attenzioni della madre. Per lui è un percorso alla scoperta di nuovi sapori, nuove consistenze, nuovi modi di assumere il cibo.

Secondo molti sociologi in questa fase il bambino passa da una golosità di tipo naturale (derivante dalll’allattamento al seno) a una golosità di tipo culturale su cui si riversano stati d’animo e bisogni diversi e una maniera nuova per esprimere se stessi.

Parole d’ordine: pazienza e gradualità.

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