Staminali e cuore artificiale, le nuove cure per i bambini cardiopatici

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Ogni anno nascono in Italia 4mila bambini con un patologia cardiaca congenita, molti di loro avrebbero bisogno di un trapianto ma i tempi di attesa sono molto lunghi e spesso questi piccoli pazienti sono costretti in un letto di ospedale attaccati ad un cuore artificiale paracorporeo nell’attesa che un cuore nuovo arrivi a restituirli alla vita. Proprio per loro, per garantirgli maggiori probabilità di sopravvivenza e una migliore qualità di vita nasce il progetto “Un cuore nuovo” dell’ospedale romano Bambino Gesù.

Il progetto avrà una durata di tre anni esarà finanziato da una campagna di raccolta fondi promossa dalla Nazionale Italiana Cantanti e da Conad. L’obiettivo è quello di mettere a punto un cuore artificiale che possa essere impiantato nel ventricolo sinistro e alimentato da batterie esterne in modo da consentire al bambino cardiopatico di tornare a casa nell’attesa del trapianto o che, in alcuni casi, rappresenti una soluzione definitiva con la quale convivere.

Ad occuparsi della realizzazione di questo cuore artificiale permanente pediatrico saranno i ricercatori dell’Unità di Assistenza Meccanica Cardiorespiratoria del Dipartimento di Chirurgia Pediatrica del nosocomio capitolino in collaborazione con i colleghi del Policlinico Umberto I e dell’Università Cattolica.

Allo stesso tempo i ricercatori studieranno una terapia rigenerativa cellulare con l’uso di staminali prelavate dal bambino al momento dell’impianto del cuore artificiale le quali saranno moltiplicate in vitro e quindi reiniettate nel piccolo paziente per tentare una rigenerazione del tessuto miocardico e quindi un recupero delle funzionalità cardiache compromesse che potrebbe anche evitare il ricorso al trapianto.

Negli ultimi trenta anni all’ospedale Bambino gesù sono stati eseguiti 234 trapianti cuore o di cuore/polmone e nel 2010 è stato impiantato per la prima volta un cuore artificiale pediatrico in un bambino di sedici mesi. Adesso si spera che questo progetto possa dare nuovo impulso alla ricerca e soprattutto nuove speranze ai piccoli cardiopatici.

[Fonte]

Photo credit | Think Stock

 

 

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