Adenoidi e tonsille: toglierle o lasciarle?

adenoidi e tonsille

Cosa sono e dove si trovano tonsille e adenoidi?

Tonsille e adenoidi sono degli organi linfatici situati nell’orofaringe che costituiscono le strutture del sistema immunitario come difesa delle vie aeree superiori. Tonsille e adenoidi fanno parte di un gruppo di quattro organi che si trovano tra naso e gola con funzioni e struttura analoghe, ma che vengono distinti in base alla collocazione.

Le palatine, ovvero le tonsille, e le faringee, cioè le adenoidi, sono le più importanti; sono costituite da tessuto linfatico, ovvero contengono cellule del sistema immunitario, e sono pronte a reagire al contatto con agenti estranei potenzialmente dannosi. La loro azione si sviluppa quasi esclusivamente nell’infanzia e si esaurisce intorno ai 3-4 anni per adenoidi e verso gli 11-12 anni per le tonsille.

Perché le adenoidi e le tonsille si infiammano?

Le adenoidi si infiammano e si ingrossano quando vengono a contatto con un fattore esterno, e quindi con virus e batteri; questi ingrossamenti provocano difficoltà di respirazione, che quindi avviene solo tramite la bocca, la quale, perciò, rimane sempre aperta, predisponendo l’apparato faringeo alle infezioni. Inoltre, tenere la bocca aperta nel periodo della crescita può portare ad una malocclusione dentale e limitare lo sviluppo delle funzioni del naso.

Il massaggio infantile

massaggio infantile

Mentre presso le culture orientali è una pratica comune massaggiare il bambino appena nato, nei paesi occidentali il massaggio infantile ha cominciato a prendere piede solo da qualche anno a questa parte e viene praticato e insegnato, sempre più di frequente, anche presso centri specializzati e strutture sanitarie all’avanguardia conquistando un numero sempre crescente di giovani mamme.

Questo tipo di massaggio infatti ha moltissimi effetti benefici sia sullo stato di benessere del bambino che sullo sviluppo del legame fra questo e le figure genitoriali: si tratta infatti di un’esperienza molto intensa dal punto di vista affettivo che rilassa il bambino e lo aiuta a percepire chiaramente l’amore di mamma e papà trasmesso attraverso il particolare tipo di contatto fisico e, in più, rappresenta un impagabile momento di relax anche per il genitore che lo pratica.

Come far mangiare le verdure ai bambini: un nuovo studio

come far mangiare le verdure ai bambiniQuello di riuscire a far mangiare le verdure ai bambini sembra essere un problema comune un po’ a tutte le mamme; ora è arrivata da alcuni ricercatori della Penn State University (PSU) una nuova soluzione. Che almeno in teoria risulta essere molto facile. Secondo loro i genitori potrebbero offrire ai piccoli le verdure in piccole quantità all’inizio dei pasti e non come secondo o contorno e poi aumentarne lentamente la quantità.

La dottoressa Barbara J. Rolls, professore di Scienze Nutrizionali presso la Penn State University ha spiegato

Abbiamo dimostrato che è possibile utilizzare le porzioni in modo strategico per incoraggiare i bambini e gli adulti a mangiare più alimenti ricchi di sostanze nutritive, ma poveri di calorie

I regali solidali per la Festa della mamma

festa mamma solidale

Domenica sarà la Festa della mamma, e tra regali e lavoretti e d’obbligo pensare alle mamme che vivono in condizioni disagiate e che non potranno ricevere niente; vi abbiamo già illustrato le iniziative di Pangea Onlus, ora vediamo le altre.

In occasione della Festa della mamma, CBM Italia Onlus ha lanciato una campagna per sostenere le attività del reparto oculistico del St. Francis Health Center di Nazareth in Etiopia; nei Paesi in via di sviluppo, infatti, una donna affetta da cataratta rischia di rimanere cieca per sempre e di vivere una vita di povertà e abbandono, anche se basta un’operazione veramente semplice affinché questo non accada. Con l’iniziativa di CBM Italia Onlus bastano 15 euro per regalare l’operazione ad una mamma etiope e darle la possibilità di vedere il suo bambino.

La festa della mamma, la mia!

festa della mamma

Per motivi che non sto qui a raccontarvi, io ci ho messo un bel po’ di tempo a decidermi ad avere un bambino. In tutti quegli anni però non ho mai dubitato neppure un istante del fatto che un giorno anche io sarei diventata madre ed avrei avuto un frugoletto da stringere tra le braccia, quindi passavo spesso del tempo a fantasticare su tutto ciò che io e il mio bimbo (l’ho sempre immaginato maschio) avremmo fatto insieme: giocare, leggere, chiaccherare. Certo devo ammettere che l’idea delle prime poppate, dei pannolini e dei capricci non mi sfiorava neppure ma credo che questo (per fortuna!) sia piuttosto comune.

Immaginavo invece le sue piccole manine e suoi piedini dolcissimi, le prime parole, i sorrisi, mi sentivo felice sapendo che un giorno la festa della mamma sarebbe stata anche la mia festa e gioivo al pensiero di ricevere un dono, anche un solo bacio, che celebrasse il nostro legame, il nostro reciproco stare insieme. Per i suoi primi anni di vita però ho dovuto “accontentarmi” degli auguri di amici e parenti che, carinamente, hanno pensato a me in quel giorno…almeno fino a ieri:

Festa della Mamma con Pangea Onlus

Pangea Sostieni una mamma Sostieni il futuroTra pochi giorni sarà la Festa della Mamma. Perché non fare un gesto concreto ed aiutare tutte quelle mamme più sfortunate? Voglio quindi parlarvi del progetto ideato da Pangea e chiamato “ Sostieni una mamma. Sostieni il futuro”.

Sono ancora tante, troppe, le mamme che soprattutto nei paesi più poveri muoiono per via di complicazioni legate alla gravidanza, al parto o al post parto. E purtroppo la morte di queste donne spesso è accompagnata anche da quella del piccolo.

Sono soprattutto donne molto giovani, adolescenti che a volte sono costrette addirittura a partorire in periodi di tempo troppo ravvicinati; donne a volte obbligate anche a matrimoni precoci o addirittura vittime di violenze. Il 50% delle donne al mondo partorisce da sola o assistita da persone non esperte.

Agriasilo, ovvero l’asilo a contatto con la natura

agri asili

Il rapporto tra bambini e animali è da sempre molto importante, e proprio nell’ottica di avvicinare i più piccoli agli animali, si sta diffondendo un nuovo tipo di asilo chiamato agriasilo, ovvero degli spazi ricavati all’interno degli agriturismi affinché i bambini possano stare a contatto con la natura; questi spazi sono nati in collaborazione con Donne Impresa della Coldiretti, e le regioni già attrezzate sono Piemonte, Veneto, Friuli e Trentino, anche se le richieste arrivano da tutte le regioni italiane.

Negli agri asili i piccoli sono incentivati a costruire i giochi con quello che trovano in giro nei campi, proprio come avveniva nella tradizione contadina, a mangiare i prodotti della terra e ad imparare a conoscere gli animali e a rispettarli; gli agri asili sono adatti a bambini da 0 a sei anni, e ogni classe è formata da circa 10 bimbi. Adriana Bucco, presidente di Donna Impresa spiega:

È una didattica sul campo, un modo per tornare ai ritmi della natura e scoprire, per esempio, che non in tutte le stagioni si trovano gli stessi frutti.

Mangiare la pappa a scuola è un appuntamento piacevole, almeno per mio figlio!

bambini mangiano al nido

Sin dal primo giorno di inserimento all’asilo nido il mio cruccio più grande è stata la pappa; fino a quel momento infatti ero sempre stata io a preparare i pasti a mio figlio e ad assicurarmi che finisse il piatto beatamente seduto sul suo seggiolone. Quando dovetti portarlo al nido per riprendere il mio lavoro però cominciai a temere che non avrebbe mangiato volentieri lontano da casa e soprattutto mi pesava il fatto di non essere più io a nutrirlo; da un lato mi mancavano tanto quei momenti in cui stavo a contemplarlo mentre si strofinava la pasta al pomodoro dappertutto (ha voluto mangiare solo sin dal decimo mese di vita), dall’altro mi sentivo un po’ in colpa per la mia assenza.

Di recente però ho scoperto che se anche la mia malinconia resterà lì almeno per qualche altro anno, il senso di colpa che ho provato fino ad ora rischia di ridimensionarsi un po’. E vi racconto perchè.

I feti sono in grado di difendersi dalle infezioni

i feti si difendono da soli dalle infezioniFeti indifesi? Assolutamente no! Pensate che già dalla 21esima settimana sarebbero in grado di difendersi dalle infezioni usando proprio le loro stesse cellule immunitarie. Questo almeno è quanto emerso da una ricerca condotto dall’Immunologia Medica di Bruxelles.

Prima di questo studio era idea comune ritenere che le cellule del feto non fossero mature per essere utili e che quindi i feti si aiutassero con gli anticorpi delle mamme. Invece sembra non essere così e che i feti abbiano “armi” per potersi difendere da soli; una scoperta molto importante e che potrebbe portare allo sviluppo di nuovi vaccini sia per i neonati che per i bambini che ancora non sono nati.

Lo svezzamento del bambino dai 4 ai 6 mesi: la frutta e la prima pappa

svezzamento-prima-pappaLo svezzamento dai 4 ai 6 mesi

Eccoci qui finalmente ad iniziare la nuova guida allo svezzamento, in questo primo appuntamento parleremo dell’inizio delle svezzamento e dunque dell‘introduzione della frutta e della prima pappa.

Quando e come iniziare a dare il vasetto di frutta durante lo svezzamento?

Molti pediatri concordano nel fissare il momento del vasetto di frutta all’inizio del quarto mese di vita del piccolo, la prima frutta infatti serve per abituare il piccolo alle nueve consistenze, ai nuovi sapori ma soprattutto per fargli prendere dimestichezza con l’amato/odiato cucchiaino. La frutta con cui iniziare è la pera poiché è quella con meno potere allergizzante, successivamente si passa alla mela. Di solito si inizia con un assaggio, poi si passa a 20 grammi al giorno per poi arrivare a dare un vasetto intero (80-100 grammi) da mangiare tutto in una volta oppure frazionato durante la giornata. Meglio scegliere le marche di omogeneizzati che non aggiungono zuccheri alla frutta per evitare di iniziare da subito con le ipercalorie.
Quando il bambino è allattato esclusivamente al seno e la crescita è buona il pediatra potrebbe decidere di slittare il momento della frutta a cinque mesi mentre nel caso si tratti di un bambino che soffre di reflusso gastroesofageo questo momento potrebbe essere anticipato al terzo mese e mezzo.

Il nevo gigante nei bambini

nevo gigante

Cos’è il nevo gigante?

Il nevo gigante è una malattia rara, dovuta ad una malformazione congenita caratterizzata da una macchia scura distribuita su un’ampia superficie del corpo; in pratica, si tratta di un neo molto grande. Si parla di nevo gigante quando esso possiede un diametro superiore ai 20 centimetri.

Quali sono le cause del nevo gigante?

Le cause di questa malattia non sono ancora note, ma si ipotizza che possa dipendere da un trauma subito dal feto: in seguito a piccoli incidenti si potrebbe verificare un accumulo di melanociti, le cellule che producono melanina, in determinate zone della pelle del bambino; quest’accumulo potrebbe dare origine proprio al nevo. Il nevo può svilupparsi su qualsiasi tipo di pelle e carnagione, non ci sono popolazioni più o meno colpite da questa malattia.

La respirazione del bambino, impariamo a controllarla

controllare respiro bambini

Durante i primi anni di vita è piuttosto frequente che i bambini abbiano delle piccole difficoltà respiratorie spesso a causa di raffreddori, catarro e influenze che coinvolgono naso, gola, orecchie e seni paranasali anche dopo essersi risolte. E’ comune infatti che in seguito a una serie di raffreddori le adenoidi possano ingrossarsi e portare il bambino a respirare male con il naso e che durante una normale influenza invece il respiro aumenti di frequenza.

Mentre in alcuni casi non è necessario allertare il pediatra in altri invece è opportuno chiederne il parere perchè prescriva le cure adeguate o, dove necessario, ulteriori accertamenti; ad esempio è opportuno far visitare il bambino che respira male con il naso se va in apnea per qualche secondo durante la notte perchè questo potrebbe indicare un’ostruzione delle vie respiratorie.

Omega-3 fondamentali per i piccoli prematuri

prematuri.crescita.mozart 1Quando ero incinta dei miei due bambini il mio ginecologo oltre  a prescrivermi la classica dose di acido folico, mi prescrisse anche un’altra pasticca che si chiamava Aladin DHA dicendomi che era fondamentale per lo sviluppo del bambino. Oggi navigando in rete ho trovato finalmente la motivazione. L’Acido docoesaenoico (DHA) o Omega 3 di cui la medicina era composta si ritiene essere un componente essenziale per il cervello e le guaine di rivestimento e protezione del sistema nervoso e, di conseguenza, indispensabile per la crescita e lo sviluppo del cervello dei bambini. Soprattutto dei prematuri che abbandonando la pancia della mamma troppo presto non possono usufruire degli acidi grassi che si accumulano nei tessuti e che tanto sono importanti per la “costruzione” del cervello che si sta sviluppando.

Molte mamme vivono in povertà

povertà delle mamma in Italia

La gravidanza, la maternità sono o sarebbe meglio dire dovrebbero essere moneti bellissimi, indimenticabili; per molte donne è così ma non per tutte.

Pensate che secondo i risultati dell’11esimo Rapporto su Lo Stato delle Madri nel Mondo di Save the Children e il nuovo Rapporto Fondazione Cittalia – ANCI Ricerche per Save the Children su Le condizioni di povertà tra le madri in Italia diffuso proprio pochi giorni prima della Festa della Mamma si evince che ben un milione di donne con figli sotto i 18 anni vive in povertà in Italia. Il nostro paese all’interno di una speciale classifica benessere materno infantile nel mondo si trova al 17esimo posto.