Avere un animale in casa aiuta il sistema immunitario dei bambini

meno allergie per bambini con animali

A differenza di quello che si è soliti credere, avere un animale in casa non è pericoloso per i bambini, anzi lo aiuta a sviluppare un sistema immunitario più forte, oltre, naturalmente a tutti i benefici che comporta il contatto tra animali e bambini. A sostenere il fatto che l’organismo dei bambini è aiutato dalla presenza degli animali è uno studio tedesco condotto dal Centro di ricerche nazionale per la salute ambientale di Monaco e pubblicato sull’European Respiratory Journal.

La ricerca in questione è stata condotta su circa nove mila bambini che sono stati esaminati per sei anni; dalle analisi è emerso che quelli che vivevano a contatto con un animale erano meno vulnerabili alle allergie, in quanto il loro sistema immunitario era più forte. Dalla ricerca è emerso, quindi, che la presenza dei germi e batteri alleni il sistema immunitario ad essere più forte di fronte agli allergeni, e quindi a sviluppare meno malattie.

Se il figlio tarda ad arrivare anche l’uomo si stressa

infertilità e stressQuando una coppia non riesce ad avere un bambino l’aspirante mamma può sentirsi molto stressata, soprattutto se non si conosce la causa del fallimento di ogni tentativo di concepire. Come sappiamo bene in questi casi molte donne arrivano addirittura a sentire svilita la propria femminilità con conseguenze devastanti sulla propria autostima.

Tuttavia, se un tempo era solo la donna a risentire sul piano psichico della condizione di infertilità, oggi sembra che le cose siano cambiate e che vissuti di ansia e frustrazione riguardino sempre più spesso anche gli uomini che non riescono ad avere un bambino dalla propria compagna.

Se fino a qualche decennio fa infatti si riteneva che i figli fossero un affare di donne, oggi, con l’avvento del concetto di genitorialità, è la coppia che si pone al centro dell’atto di procreazione ed anche l’uomo si sente maggiormente coinvolto a prescindere dall’origine dei problemi di fertilità.

Batterie al litio: pericolose per la vita dei bambini

batterie al litio pericolose per bambini

A volte, e questo certamente voi mamme lo saprete già, i pericoli per i vostri piccoli si nascondono proprio tra le mura domestiche; dopo avervi parlato del pericolo dei caminetti e delle stufe ora voglio parlarvi delle batterie al litio, diffusissime un po’ in tutte le famiglie e che permettono il funzionamento di molti apparecchi.

Oggetti piccoli, a forma di una moneta che se inghiottiti in maniera accidentale dai bambini possono mettere in serio pericolo la loro vita.

Attenzione al cibo in scatola durante la gravidanza

cibi in scatola e gravidanza

Attenzione ai cibi in scatola durante la gravidanza: le future mamme dovrebbero evitarli in quanto molti di essi contengono tracce di bisfenolo A, una sostanza chimica utilizzata nelle confezioni in plastica, che sarebbe portatrice di seri problemi per la mamma e il feto.

Il monito arriva dal Gruppo di Lavoro Nazionale per la Sicurezza dei Mercati che ha effettuato una ricerca esaminando alcune lattine per alimenti; su 50 lattine controllate, in ben 46 di esse sono stati rinvenuti livelli di bisfenolo A superiori a quelli consentiti per legge, soprattutto nella resina interna, che in questi contenitori viene usata per proteggere il contenuto e come antiruggine.

La calcificazioni della placenta

placenta

Come abbiamo già avuto occasione di dirvi, la placenta è un organo che ha la funzione di assicurare lo scambio fra la futura madre e il feto: porta al piccolo ossigeno e nutrimento e alla madre le sostanze che lui scarta. Abbiamo anche visto che ha la forma di un disco che aderisce alle pareti dell’utero e che al suo interno troviamo da un lato i vasi sanguigni della madre dall’altro quelli del bambino i quali, grazie proprio alla placenta, rimangono sempre in contatto pur senza arrivare mai a toccarsi.

Si comprende quindi come il corretto funzionamento della placenta sia fondamentale per il sano sviluppo del feto e come ogni problema che la riguardi vada attenzionato dal medico. Per questo motivo molte mamme ormai vicine al momento del parto si preoccupano moltissimo quando dall’ecografia emerge la presenza di calcificazioni al suo interno e temono il peggio; le calcificazioni della placenta però non sono altro che un segno fisiologico del suo invecchiamento (una volta si parlava infatti di placenta invecchiata, termine ormai caduto in disuso) che è del tutto normale si presenti quando la gravidanza è a termine e che quindi non ha alcun significato medico.

Dopo l’11 settembre negli USA sono aumentati gli aborti spontanei di feti maschi

aborti feti maschi aumento america

Torniamo a parlare di aborto per un fatto che non riguarda strettamente l’Italia ma gli USA. Sembrerebbe che dopo l’attacco alle Torri Gemelle gli aborti spontanei di feti maschili siano aumentati; questo almeno è quanto sostenuto da im Bruckner dell’università di Irvine in California.

Potrebbe essere il risultato di quello che si chiama “lutto collettivo”,

teoria secondo cui, quando si verificano eventi negativi che coinvolgono tutta la nazione, anche le persone direttamente coinvolte nell’evento ne sono però influenzate in modo negativo

Il papilloma virus e la gravidanza

papilloma virus

Oggi parliamo del papilloma virus, una delle cause più frequenti di infezione genitale nella donna. Il virus si trasmette per via sessuale e può essere contratto da uomini e donna sessualmente attivi a qualunque età.

Cos’è il papilloma virus?

Con il nome di papilloma virus si indicano oltre 120 tipi di virus che si trasmettono per via sessuale, 40 dei quali interessano la zona ano-genitale nell’uomo e nella donna (cervice uterina, vagina, vulva, retto, uretra, ano, pene). Alcune forme di papilloma virus sono più pericolose di altre e si stima siano coinvolte nell’insorgenza della maggior parte dei casi di tumore alla cervice uterina.

Quali sono i sintomi del papilloma virus?

Nella maggior parte dei casi il papilloma virus è asintomatico; tuttavia può causare lesioni genitali, come verruche e condilomi, più o meno gravi ed estese. In una percentuale ridotta di casi il papillomavirus può causare infezioni croniche che hanno come conseguenza una degenerazione tumorale delle cellule del collo dell’utero; per questo motivo quando si è affette da papilloma virus è opportuno eseguire periodicamente il pap test.

Se la partner ha l’HIV ed è incinta anche l’uomo può contrarre l’infezione

HIV e gravidanza rischio anche per uomini

Di HIV e AIDS secondo me, si parla sempre troppo poco; vi sembrerà qualcosa di scontato ma ricordatevi sempre di usare il preservativo nel caso di partner occasionali.

Fatta questa doverosa premessa vorrei parlarvi dei risultati piuttosto soprendenti di un recente studio. Si sapeva già, grazie a numerose ricerche, che la gravidanza possa aumentare il rischio di contrarre l’Aids per le donne; la novità di questo studio è che se la partner incinta ha l’Hiv il rischio che il compagno possa contrarre l’infezione raddoppia.

I cereali a colazione fanno ingrassare i bambini

bambini e cereali

Sicuramente quasi tutte le mamme penseranno che una colazione a base di latte e cereali sia nutriente e salutare per il proprio bambino; in realtà non è proprio così, anzi li farebbero solo ingrassare, almeno secondo i risultati di un chiesta a cura del canale tv inglese Channel 4 condotta dall’International Obesity Task Force, diretta dal dottor Philip James.

I ricercatori sono arrivati a questa conclusione analizzando i valori nutritivi delle principali marche di cereali; da questa indagine è risultato che molto di essi contengono molto zucchero, addirittura più di altri cibi in genere considerati “cattivi” per la salute come, ad esempio le ciambelle zuccherate.

Cosa fare se il bambino rifiuta i cibi solidi

rifiuto cibi solidi

Il periodo dello svezzamento può risultare un po’ traumatico per i bambini; questi infatti se da un lato devono accettare il passaggio dalla morbidezza della tettarella, o del capezzolo, alla rigidità e freddezza del cucchiaino, dall’altro devono imparare a compiere dei movimenti diversi da quelli richiesti dall’ingestione del solo cibo liquido. In più, hanno sempre mangiato stretti tra le braccia della mamma, mentre lo svezzamento impone che consumino i loro pasti seduti sul seggiolone per non contare poi la novità rappresentata da gusti e consistenze fino a quel momento sconosciuti.

Come sanno molto bene le mamme che sono passate con successo attraverso questa esperienza, anche se all’inizio il bambino si mostra restio ad adattarsi al cambiamento, con il tempo, la pazienza e il giusto atteggiamento, finirà per adeguarsi e a trovare addiruttura divertente il momento della pappa. A volte però il rifiuto dei cibi solidi da parte del bambino fa la propria comparsa a svezzamento avviato, dopo cioè che è trascorso un po’ di tempo dall’introduzione della prima pappa.

Per combattere i virus intestinali servono i fermenti lattici

combattere i malanni dell'asilo con i fermenti latticiSono molti i bambini che frequentano l’asilo e che proprio in questo luogo contraggono virus intestinali; ora, secondo i risultati di uno studio condotto negli Stati Uniti e pubblicato all’interno dell’European Journal of Clinical Nutrition gli amici più cari dell’intestino dei bambini sono i fermenti lattici.

Lo studio è stato condotto su più di 600 bambini di età compresa tra i 3 e i 6 anni e prevedeva che alcuni bambini consumassero tutte le mattine uno yogurt con Lactobacillus casei mentre gli altri una bevanda che aveva lo stesso sapore di fragola ma povera di fermenti lattici. I genitori dovevano scrivere quotidianamente un diario sullo stato di salute dei figli.

In Gran Bretagna il primo spot pro aborto

Gran Bretagna spot pro aborto

Domani 24 maggio, Channel4, all’interno del programma “The Milion Pound Drop“, presentato da Davina McCall in Gran Bretagna andrà in onda per la prima volta uno spot tv pro aborto. Ed ovviamente le polemiche ancora prima della messa in onda sono particolarmente vivaci soprattutto da parte degli antiabortisti e della Chiesa.

Lo spot andrà poi in onda per tutto il mese di giugno e dopo la prima messa in onda, appunto prevista per le ore 21, le successive non avranno alcuna limitazione di orario anche se ci saranno dei controlli affinché la messa in onda non avvenga in trasmissioni per i minori.

La sindrome dell’ovaio policistico

ovaio policistico

Alla base di problemi di infertilità vi può essere talvolta la sindrome dell’ovaio policistico, una condizione piuttosto frequente ma della quale le donne che ne sono affette spesso non sono neppure consapevoli.

Cos’è la sindrome dell’ovaio policistico?

La sindrome dell’ovaio policistico (o policistosi ovarica) è una patologia molto diffusa fra le donne infertili e fra quelle che hanno problemi di ovulazione, anche se circa il 25% di coloro che ne sono affette non presentano alcuna sintomatologia e godono di ottima salute. Si tratta di un disturbo che interessa le ovaie, le quali si presentano ingrossate con al loro interno numerose cisti, mentre all’esterno sono punteggiate da numerosi piccoli follicoli.

Quali sono le cause della sindrome dell’ovaio policistico?

La sindrome dell’ovaio policistico è causata da squilibri ormonali che impediscono il rilascio di ovuli oppure impediscono a questi di giungere a completa maturazione, rimanendo, per così dire, inesplosi. Da qui non solo la mancata ovulazione ma anche l’accumulo di queste uova degenerate che vanno a formare le cisti.

La relazione tra sindrome metabolica e gravidanza

sindrome metabolica e gravidanza

Per le donne che presentano situazioni a rischio come obesità, diabete e trigliceridi alti, la gravidanza può provocare la sindrome metabolica, ovvero esporre a malattie cardiovascolari. A sostenere ciò è uno studio condotto dall’University of Alabama a Birmingham e pubblicato sull’American Journal of Obstetrics and Gynecology.

I ricercatori, coordinati dalla dottoressa Cora Lewis si sono appoggiati al database del CARDIA, Coronary Artery Risk Development in Young Adults, per osservare la presenza e l’incidenza della sindrome metabolica in un gruppo di donne di età compresa tra i 18 e in 30 anni, per un totale di 1.451 persone, dal 1985 ad oggi.