Storie paurose ai bambini, non vanno censurate

cappuccetto rosso

Da qualche anno a questa parte si è diffusa la tendenza a non raccontare ai piccoli storie, favole e leggende che contengono elementi paurosi. Analogamente, vengono censurati cartoni i cui protagonisti sono mostri o fantasmi o in cui il personaggio antagonista, il cattivo, ha sembianze mostruose e/o animalesche. Questa precauzione però non solo è del tutto superflua ma priva anche i bambini della possibilità di neutralizzare le proprie paure e tensioni offerta proprio da questo tipo di storie.

Ciò non vuol dire naturalmente che i nostri figli debbano fare il pieno di storie macabre o vivere come se fosse Halloween tutti i giorni ma le mamme moderne, più scrupolose delle nostre su questo tipo di questioni, devono sapere che per il bambino poter vedere, o immaginare, le proprie paure personificate nel “cattivo” della storia è uno strumento fondamentale per affrontare e superare questi stati d’animo che difficilmente, soprattutto se molto piccolo, ha la possibilità di verbalizzare ed elaborare.

Gli sbalzi di umore in gravidanza

sbalzi d'umore

La gravidanza rappresenta un momento molto delicato nella vita di una donna. Il corpo cambia, il pancione cresce insieme alla consapevolezza di diventare genitori e la sfera emotiva si stravolge. La scoperta di aspettare un bambino innesca nella donna un cambiamento della propria personalità adulta rivolto al raggiungimento della genitorialità. La gravidanza, quindi, non è solo una questione biologica ma anche psicologica che spesso può sfociare in uno stress emotivo. Sono numerose, infatti, le emozioni che l’attesa di un figlio può suscitare nella donna. La gravidanza può essere divertente, noiosa, soddisfacente, può provocare gioia e felicità ma anche malinconia, ansie e preoccupazioni. E’ noto che le future mamme, durante i nove mesi di gestazione, sono soggette a imprevedibili e repentini sbalzi di umore.

E se qualcuno stabilisse uno stipendio per le mamme, a quanto ammonterebbe?

mamme-stipendioQuante volte noi donne abbiamo pensato anche una sola volta nella nostra carriera di mamme che se solo qualcuno avesse potuto quantificare monetariamente tutto ciò che facciamo in casa per i nostri figli e per la famiglia in genere, probabilmente avremmo dovuto percepire uno stipendio da capogiro? Perché noi mamme svolgiamo un lavoro che ne racchiude centinaia al suo interno, siamo cuoche, donne delle pulizie, maestre, autiste, pediatre e chi più ne ha più ne metta.

Beh mie care, qualcuno si è posto veramente questa domanda, nello specifico la catena di supermercati inglese Tesco, che ha commissionato questo studio chiedendo ai ricercatori di riuscire ad elencare le mansioni svolte da una mamma dalla nascita del figlio fino alla maggiore età, calcolare il tempo speso per ognuna e quantificarne il costo a livello economico.

Bambini, attenzione alla salute di piedi e gambe

andatura bambini

Quando il bambino comincia a muovere i primi passi è del tutto normale che abbia un andatura un po’ buffa e proceda con i piedi a papera o dondolandosi; le sue gambe infatti risentono ancora a distanza di tempo della posizione che erano costrette a mantenere durante la permanenza nel pancione e l’equilibrio ci mette un po’ a stabilizzarsi. In questa fase quindi non è facile capire se le gambe e i piedi del piccolo sono in perfetta forma.

Premesso quindi che alcune stranezze nell’andatura del bambino non sono tali nei primi tre anni di vita e che non bisogna assolutamente far capire al bambino che si sta tenendo d’occhio la sua “camminata”, vediamo quali sono gli atteggiamenti del bambino che bisogna osservare per capire se tutto sta procedendo per il meglio e se i piedini e le gambe sono in perfetta salute:

Il bambino ha le gambe arcuate

Che il bambino presenti un piccolo spazio fra le ginocchia è assolutamente normale nei primi due-tre anni di vita. Solo se questa distanza non tende a correggersi da sola dopo questa età è il caso di parlarne al pediatra.

L’attività fisica durante l’allattamento

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Praticare attività sportiva durante il periodo dell’allattamento non compromette le qualità del latte materno e gli ottimi benefici per il neonato. A dimostrarlo sono numerose ricerche scientifiche che rassicurano tutte quelle neo-mamme che vogliono ritornare in forma dopo il parto senza rinunciare al piacere di allattare al seno il proprio bambino. Uno studio della University of North Carolina di Greensboro, ha mostrato, ad esempio, come l’attività fisica sia positiva per la qualità del latte materno. Un pò di movimento, infatti, favorirebbe la produzione degli acidi grassi polinsaturi (LC-PUFA) nel latte materno. Nello specifico, aumenterebbe la produzione degli acidi alpha-linolenico e linoleico, essenziali per il corretto nutrimento del bambino. Secondo i ricercatori americani, per ottenere questi benefici è sufficiente praticare attività fisica per mezz’ora tre giorni alla settimana.

Lo sviluppo relazionale e psicomotorio del bambino da 0 a 3 anni

sviluppo psicomotorio

Ieri abbiamo visto i ritmi di crescita fisica di un bambino dalla nascita fino ai tre anni. Oggi ripercorreremo, sinteticamente, le tappe dello sviluppo relazionale e psicomotorio del bambino nella stessa fascia di età.

Primo anno

da 0 a 3 mesi

Il bambino reagisce alle differenze di tono nella voce, si concentra su un oggetto e lo segue nel suo movimento, è in grado di afferrarlo, scalcia violentemente quando è contento.

da 3 a 6 mesi

Il bambino riesce a tenere in mano un oggetto, a sollevarlo e a succhiarlo ma non a lasciarlo andare. Si tranquillizza quando mamma e papà si avvicinano, si mostra eccitato quando sta per fare qualcosa che gli piace come la pappa o il bagnetto.

Il bambino e l’amico immaginario

amico_immaginario

Il mondo dei bambini è da sempre sinonimo di magia, creatività e fantasia. Ed è in questo contesto che si inserisce perfettamente la figura del compagno immaginario. I bambini, infatti, già a partire dai due anni e mezzo di età, possono crearsi un amico immaginario come compagno di giochi. I bambini, spesso, iniziano la creazione del loro amichetto dando un nome ad una bambola o ad un pupazzo fino ad animarlo e donargli vita propria. I compagni immaginari, infatti, possono essere di due tipi: quelli che nascono, come detto, da un giocattolo che il bambino possiede, che non assume però la stessa funzione dell’oggetto transizionale, e quelli inventati di sana pianta. Tra questi i bambini preferiscono bimbi con poteri speciali, supereroi, animali parlanti e personaggi magici. L’amico immaginario può incarnare anche le caratteristiche di persone a cui il bambino è legato, come i genitori o i nonni, oppure dei ruoli che il bimbo non può assumere ma da cui è affascinato. Le caratteristiche del compagno immaginario, comunque, dipendono dalla creatività e dal vissuto personale di ogni bambino.

Lo sviluppo del bambino da 0 a 3 anni, il corpo

Lo sviluppo fisico del bambino

A quale ritmo procede, di norma, la crescita di un bambino dalla nascita ai tre anni? Vediamolo ripercorrendo insieme le tappe dello sviluppo di dentizione, movimento, udito, linguaggio e vista.

Lo sviluppo del bambino da 0 a 3 anni, la dentizione

In genere il primo dentino, di solito si tratta dell’incisivo inferiore centrale, fa la propria comparsa intorno al sesto mese di vita e la prima dentizione si completa intorno ai due anni. Per quest’epoca i piccoli hanno già venti dentini, dieci inferiori e dieci superiori. La seconda dentizione comincia con la caduta dei dentini da latte verso i sei anni.

Lo sviluppo del bambino da 0 a 3 anni, il movimento

Stare seduti

Di norma i bambini riescono a sedersi da soli verso i sei mesi, non è infrequente però che alcuni di loro facciano questa conquista più in là, verso i sette-otto mesi.

Andare carponi

Sempre nell’arco di tempo compreso fra i sei e i nove mesi i piccoli imparano ad andare carponi e verso i nove mesi si mettono in piedi appoggiandosi a una sedia o a un mobile.

Travelsex, la campagna estiva per l’educazione sessuale dei giovani

travelsexLa Sigo quest’anno promuoverà una campagna sulle principali spiagge italiane chiamata Travelsex, ma per capire di cosa parliamo serve una premessa.Le spiagge sono da sempre il simbolo dell’estate, le passeggiate, le serate tra ragazzi, le nuove amicizie. Secondo i ginecologi della Società Italia di Ginecologia e Ostetricia l’estate rappresentaperò un momento di estrema libertà per le giovani, il 30% delle quali secondo le statistiche torna in città con infezioni come condilomi, herpes, gonorrea e nel peggiore dei casi HIV oppure con gravidanze indesiderate.

Neonati, già nei primi mesi hanno dimestichezza con i numeri

neonati

Nei primi mesi di vita i neonati non sono ancora in grado di formulare della parole di senso compiuto ma hanno già una discreta confidenza con i numeri. A sostenerlo è uno studio della Emory University, negli Stati Uniti, che ha dimostrato come i neonati abbiano già sviluppati i concetti di spazio, tempo e quantità. Secondo i ricercatori americani, guidati dalla psicologa Stella Lourenco, i bambini già a nove mesi possiedono una sorta di metro nella loro mente con il quale misurano il mondo che li circonda.

Nel lettone di mamma e papà

dormire-nel-lettone-con-mamma-e-papà

La conquista dell’autonomia e dell’indipendenza da parte dei bambini è un processo lento e a volte complesso. Il distacco dai genitori rappresenta sempre un’esperienza traumatica per i bambini nei loro primi anni di età. Per questo il momento della nanna è da sempre vissuto con angoscia. I bambini non vogliono andare a dormire per non separarsi dai genitori e spesso preferiscono restare nel lettone di mamma e papà piuttosto che allontanarsi nella loro cameretta. Il desiderio di dormire nel lettone dei genitori, quindi, non è legato a problematiche psicologiche o a carenze affettive ed educative ma semplicemente alla volontà del bambino di sentire la vicinanza di una persona affidabile in grado di proteggerlo durante la notte. Spesso, i genitori vinti dalla stanchezza e impietositi dalle richieste disperate del bambino, acconsentono a farlo dormire nel lettone. Il bimbo, però, in questo modo si sentirà autorizzato e in diritto di farlo costantemente e sarà più difficile in futuro convincerlo a trasferirsi nella sua cameretta. E’ bene, quindi, evitare sin dalla prima infanzia l’abitudine di dormire nel lettone.

Aiutare il bambino a diventare più autonomo

bambino autonomo

Il compito di una mamma, ma anche quello di un papà, è aiutare il proprio cucciolo a diventare adulto. Si tratta di un percorso, quello verso “l’adultità”, che comincia sin dalla più tenera infanzia ed è fatto di moltissime piccole tappe la prima delle quali è rappresentata dallo svezzamento; è allora che il piccolo comincia a sperimentare nuovi gusti e, con il tempo, a fare i primi tentativi di portare il cibo da solo alla bocca.

E’ doveroso in questa situazione da parte della mamma lasciarlo fare, anche se questo significa che sporcherà tantissimo se stesso e il pavimento (solo quello nel migliore dei casi), mentre rimbrotti, lamentele o tentativi da parte nostra di dargli da mangiare noi stesse, anche se non lo desidera in quel momento, scoraggerebbero il bambino dal raggiungimento di un obiettivo fondamentale quale appunto quello di consumare i pasti in autonomia anche se la sua completa realizzazione avverrà solo dopo un po’ di tempo.

Il nuoto neonatale

acquaticita-bambini

L’acqua, per i bambini, oltre a rappresentare una risorsa indispensabile per la vita, è un importante elemento di gioco e di divertimento. La familiarizzazione con l’acqua, detta acquaticità, inoltre, offre numerosi stimoli per la crescita e lo sviluppo dei bambini, anche di quelli più piccini. L’età neonatale, infatti, non rappresenta un ostacolo o una controindicazione alla pratica del nuoto, anzi.  Il nuoto neonatale favorisce, tra l’altro, un corretto sviluppo psico-motorio del bambino, una migliore capacità di movimento e un miglior controllo respiratorio.

Le crisi di rabbia nei bambini, come affrontarle

crisi-rabbiaCiao mamme, oggi lo spunto per scrivere me lo ha dato mia figlia piccola, mentre litigava con il fratello, ha cominciato ad urlare e alla fine della discussione gli ha tirato addosso i biscotti che stava mangiando. Io sono davvero rimasta attonita e dopo averla sgridata in modo davvero “pesante”, l’ho messa in punizione. Lei è solita manifestare il suo disappunto in questo orribile modo che io non tollero, dunque mi sono documentata e oggi vi parlerò delle crisi di rabbia.

Le crisi di rabbia sono delle manifestazioni tipiche dei bambini, soprattutto nel periodo in cui non sono in grado di verbalizzare i loro stati d’animo oppure il loro non essere d’accordo con qualcuno, è un comportamento assolutamente impulsivo che si manifesta con atteggiamenti inappropriati come grida, lancio di oggetti etc. Quando invece il bambino passa la soglia dei tre anni ed inizia ad esprimersi con le parole ma continua ad avere queste crisi, è bene insegnarli che non è bene manifestare la rabbia in questo modo e che prima di reagire in malo modo deve prima riflettere.