L’obesità materna mette a rischio il cuore del bambino in età adulta

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obesità materna

Molte volte abbiamo parlato del peso in gravidanza, perché è un indicatore molto importante sia di salute per la mamma sia per il bambino. La regola base è quella di prendere dai 9 ai 12 chili massima durante i nove mesi. Ricordate che il nascituro avrà un peso variabile tra i 3 e i 4 chili (poi c’è anche qualche eccezione) e tutto il resto dovrete smaltirlo voi. Non è tutto, perché essere in sovrappeso vuol dire avere più probabilità di mettere al mondo figli in sovrappeso e di sviluppare diabete

Secondo un recente studio, pubblicato proprio a cavallo del Ferragosto, ha dimostrato l’associazione tra obesità materna durante la gravidanza e  l’aumento della mortalità della prole da eventi cardiovascolari. Hanno partecipato alla ricerca più di 28 mila donne, cui è stato misurato l’indice di massa corporea prima e dopo la nascita. Sono stati inoltre analizzati anche i dati relativi ai decessi e ai ricoveri ospedalieri per eventi cardiovascolari nella prole dai 34-61 anni dal 1950 fino al 1° gennaio 2012.

Il risultato? I ricercatori hanno potuto capire che esiste un nesso, anzi un rischio più elevato di mortalità  prematura  negli adulti della prole di madri obese, così come quello di poter sviluppare in giovane età problemi cardiaci tali da dover essere ricoverare. È ovvio, trattasi di statistica e trattasi si correlazioni numeriche.

Se siete incinta o se state pensando di avere bambini non dovete allarmarmi. Seguite una dieta equilibrata, semmai sarà il vostro ginecologo a darvi dei paletti precisi. Se il peso è eccessivo è chiesto alle donne di dimagrire prima del concepimento o di mettersi a regime durante la gestazione stessa.  Dr Daghni Rajasingam, portavoce di Obstetricians and Gynaecologists (RCOG), ha commentato così:

Questo è uno studio su una larga scala e mette in evidenza i potenziali fattori di rischio associati all’obesità. Se le donne gravide sono preoccupate per il loro peso durante la gravidanza ne dovrebbero discutere con il loro medico o l’ostetrica.

Photo Credit | ThinkStock

 

 

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