Morte in culla, il fumo passivo è un fattore di rischio

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morte in culla

La morte in culla o anche Sids (Sudden Infant Death Syndrome) è il peggiore degli incubi di ogni neogenitore. Esistono, come abbiamo elencato diverse volte dei fattori di rischi. Secondo i pediatri dell’Ospedale Bambino Gesù, il fumo passivo è estremamente pericoloso e lo hanno ricordato proprio in occasione della Giornata Mondiale senza Tabacco.

Quando è più frequente la morte improvvisa del bebè in culla? I mesi invernali sono i più pericolosi, quando le malattie virali sono più diffuse. Se si riduce l’esposizione pre e post natale al fumo, a sua volta si abbassa in maniera sostanziale il rischio di SIDS. E’ stato calcolato che l’eliminazione completa del fumo passivo porterebbe a una riduzione di circa un terzo delle morti in culla. Il 33 percento è un tasso elevatissimo che dovrebbe far riflettere i genitori: cosa sono le sigarette rispetto al proprio bambino? Almeno evitate nei luoghi chiusi, come in casa e in macchina.

La cardiopatia ischemica rappresenta la principale causa di morte per malattia cardiovascolare provocata dal tabagismo: 64% negli uomini, 60% nelle donne. Certamente tra i ragazzi l’attività sportiva allontana dal vizio. Può accadere che chi pratica sport a 14 anni, una volta adulto possa essere ugualmente esposto a cardiopatia ischemica se nel tempo è diventato un fumatore abituale.

Ha commentato Attilio Turchetta, responsabile di Medicina dello Sport del Bambino Gesù. È molto importante non solo che i genitori non siano fumatori per proteggere i loro piccolini ma anche che non siano d’esempio. I ragazzi spesso fumano per imitazione. Secondo alcuni dati, la prima esperienza con le sigarette avviene da giovanissimi: il 15 percento prova a 12 anni la prima volta e quasi un sesto supera la quota convenzionalmente stabilita (5 pacchetti l’anno) per indicare l’uso abituale. Non è tutto, perché il 5 percento sperimenta in quinta elementare e nel 60 percento dei casi sono maschietti.

Photo Credit | Thinkstock

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