Nuova tecnica per misurare l’orologio biologico della donna

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Desiderare tanto di avere un bambino, ma non essere pronte oppure trovarsi alla vigilia degli “anta” e temere che il tempo per realizzare il proprio sogno sia già svanito. La parola chiave di questo nostro post è proprio tempo, quello misurato dal nostro orologio biologico, che scandisce inesorabile non solo il nostro quotidiano, ma anche il nostro destino.

Non sarebbe bello indossare un orologio che anziché segnare l’ora, ci dica a che punto siamo: “Due anni alla menopausa”. “Vuoi un bambino? Tranquilla, hai 10 anni di tempo” o “Ti conviene sbrigarti sei al limite”. Potrebbe esistere e questo grazie agli esperti delle Università di St. Andrews, Glasgow ed Edimburgo nel Regno Unito.

L’orologio consiste in un esame per verificare i livelli dell’ormone antimulleriano (AMH), che indica la capacità di una donna di essere più o meno fertile e soprattutto se è in grado di avere l’ovulazione.  Per giungere a questa conclusione sono state coinvolte nello studio 3.200 donne.

Alla base di questa teoria c’è un concetto: la donna nel corso della vita produce una quantità limitata di ovuli in un determinato tempo. Quello che interessa quindi è scoprire se a una certa età ha già prodotto tutti i suoi ovuli o ha ancora tempo a disposizione.  Teniamo in considerazione che dopo i 30 anni la fertilità crolla del 50%.

Poi ci sono anche altri fattori che possono tristemente danneggiare l’apparato riproduttivo come un tumore e le eventuali terapie per sconfiggerlo. Questo studio quindi diventa particolarmente importante, perché regala alle donne una carta vincente: avere consapevolezza del tempo rimasto.  In questo modo è possibile fare progetti con un po’ di senso.

Spesso alcuni impegni si tendono a rimandare, pensando che ci siano ancora un sacco di anni a disposizione. E se da una parte la ricerca ha cambiato molte cose grazie alla fecondazione, l’età biologica delle donne funziona sempre nello stesso modo.

[Fonte: LaStampa]

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