Malformazione delle orecchie dei bambini, gli interventi

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Malformazione orecchie bambini

In Italia un bambino su 15.000 nasce con una otodisplasia, ovvero una qualche malformazione alle orecchie. Può trattarsi della mancanza del padiglione auricolare, del quale è presente solo un abbozzo, dell’assenza totale del canale uditivo o più semplicemente di una forma differente da quelle considerate normali. Tali malformazioni però possono essere corrette grazie ad un intervento chirurgico. L’Ospedale Bambin Gesù è particolarmente specializzato in questo tipo di operazioni che riescono con discreto successo, grazie all’abilità di Patricia Cecchi, chirurgo plastico, e di Pasquale Marsella, audiologo.

Per l’intervento chirurgico però si dovrà aspettare che il bambino abbia compiuto almeno 10 anni in quanto l’operazione prevede il prelievo di parte della cartilagine necessaria dal costato. Se è l’udito a mancare viene fatta una distinzione tra due situazioni: se il bambino sente da un orecchio si preferisce non intervenire chirurgicamente perché ciò comporterebbe un’operazione piuttosto invasiva che richiede il perforamento di un osso all’interno del quale dovrebbe essere creato un tunnel, che a lungo andare potrebbe restringersi. Nel caso in cui invece l’udito manchi completamente si tende a procedere con l’installazione di un impianto.

L’Ospedale Bambin Gesù rimane il più grande centro specializzato nel campo delle otodisplasie con un numero di interventi negli ultimi 12 anni pari a 200. Qui i bambini arrivano in tenera età e possono subito usufruire del sostegno psicologico dei medici che li esortano a non vergognarsi della forma delle proprie orecchie. Nel caso di malformazione del padiglione auricolare infatti, intervenendo chirurgicamente in sala operatoria si giunge solitamente a risultati più che soddisfacenti, procedendo con la manipolazione della cartilagine su strutture a parte che viene poi adattata sul paziente. Come i successi, che si registrano con una percentuale dell’80%,  è purtroppo possibile incappare anche in fallimenti, ciò in virtù, soprattutto, della diversa vascolarizzazione individuale.

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Photo Credit | Thinkstock

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