Ivg farmacologica in regime ambulatoriale, scatta la petizione

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L’appello arriva da Emma Bonino, ex ministro e prima firmataria di una petizione presentata Cara dei deputati il 21 settembre e rivolta al ministro della Salute Beatrice Lorenzin che chiede che l’interruzione volontaria di gravidanza farmacologica possa essere effettuata anche in regime ambulatoriale. 

pillola mano, pillola mano, Ivo

“La legge 194 ha bisogno di un tagliando, poiché molto è cambiato anche dal punto di vista scientifico dal 1978” sostiene la Bonino che è intervenuta alla presentazione della petizione promossa anche dall’Associazione Amica, dall’Associazione Luca Coscioni e dall’Associazione italiana per l’educazione demografica (Aied). 

Un appello importante che si lega alla necessità della maggiore sicurezza della donna, ma anche al miglioramento di una pratica che potrebbe essere già veloce: solo in Emilia Romagna, Toscana e Lazio, è stato adottato il regime di day hospital, mentre nel resto delle regioni italiane, le donne che scelgono l’aborto farmacologico nelle prime sette settimane di gestazione sono costrette ad essere ricoverate fino al completamento dell’aborto che generalmente avviene nell’arco di tre giorni. Una scelta che, secondo gli esperti firmatari della petizione, non ha ragione scientifica e rappresenta un costo inutile. I promotori della petizione, oltre 4000, sostegno che l’Italia è l’unico Paese al mondo che impone il ricovero di tre giorni per l’aborto farmacologico che avviene attraverso l’assunzione di due farmaci, mifepristone e prostaglandina, con la conseguenza che la percentuale di donne che sceglie l’aborto farmacologico, resta molto bassa.

PILLOLA DEI CINQUE GIORNI DOPO, COME FUNZIONA

I dati parlano chiaro: in Italia si sono attestate fra il 10% e il 15% attualmente, ma in Gran Bretagna è dati sono molto diversi con il 49% di donne che hanno scelto l’aborto farmacologico, il 57% in Francia, il 68% in Svizzera, il 93% in in Finlandia.

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