L’ipertensione infantile, se non curata diventa “adulta”

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Sapevate che in Italia 250mila tra bambini e ragazzi (fino ai 18 anni) sono affetti da ipertensione? Se la risposta è no, non c’è molto da stupirsi; spesso, infatti, neppure i loro genitori ne sono consapevoli. Nei bambini ipertesi però la pressione arteriosa è alta sin dai primi mesi di vita: si innalza gradualmente entro i primi sei, rimane stabile fino a sei anni e comincia la rimonta in adolescenza.

Durante la prima infanzia il bambino iperteso può essere riconoscibile da alcuni segnali quali irritabilità, arresto nella crescita, difficoltà respiratorie, cui, con il passare del tempo, possono subentrare nausea, vomito, aumento di quantità delle urine, sete scarsa, sonnolenza, emorragie nasali.

Anche in assenza di questi fattori però sarebbe bene che i bambini venissero sottoposti almeno ad un controllo dopo il compimento dei tre anni, durante la scuola primaria e in adolescenza; questo soprattutto perchè se non curata adeguatamente l’ipertensione infantile espone il piccolo al rischio di diventare un adulto iperteso e di andare incontro, più facilmente che il resto della popolazione, ad infarti e ictus.

Ma perchè i bambini diventano ipertesi? Be’ le cause possono essere molteplici ma il più delle volte, in un numero crescente di casi, questo disturbo è legato a fattori scatenanti, quali obesità, sovrappeso e consumo eccessivo di sale, esattamente come avviene per gli adulti.

Quindi, com’è facile immaginare, la prevenzione è rappresentata primariamente dall’adozione di uno stile di vita sano ed equilibrato: una dieta ricca di frutta e verdura, poco sale, pochi grassi, molto movimento.

[Fonte]

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