La risposta all’infertilità maschile potrebbe essere nelle ossa del papà

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Desiderare tanto un bambino non è un sogno solo femminile. Sono numerosi i signori che vogliono essere presto chiamati papà, ma spesso questi bimbi non arrivano. Come mai? I problemi di fertilità sono molto diffusi sia tra uomini sia tra donne. Oggi riportiamo, per questo motivo, la scoperta di un ricercatore americano da cui potrebbe dipendere la felicità di tante famiglie.

È emerso, da un recente studio, che proprio nelle ossa si trova l’ormone da cui dipende la fertilità maschile. Partiamo però da un ragionamento inverso, che forse è più semplice. Gli estrogeni e il testosterone sono implicati nello sviluppo delle ossa. Non è un caso, quindi, che quando le donne vanno in menopausa, crollano gli estrogeni, e può subentrare l’osteoporosi.  Con l’età anche gli ormoni maschili calano… ma queste sono cose che dovremmo già sapere.

Quello che però ci interessa particolarmente sta nel fatto che la densità delle ossa diminuisce anche nei maschietti, proprio con il passar degli anni. Alla base di tutto c’è un ormone chiamato osteocalcina, che controlla la produzione di testosterone. Questo legame rende sicuramente più evidente il legame tra ghiandole sessuali e scheletro. Angela Vita, responsabile dell’Unità dipartimentale di Andrologia presso l’Ospedale San Carlo di Potenza, ha così spiegato:

La somministrazione di osteocalcina fa aumentare il testosterone perché a livello delle cellule testicolari ci sono i recettori dell’osteocalcina che stimolano proprio la sintesi del testosterone.  In particolare, nell’uomo, agisce sulla maturazione degli spermatozoi, influenza qualità e quantità dello sperma prodotto, regola l’erezione e influisce sull’eccitazione sessuale.

È davvero un punto di svolta, anche se per adesso i test fatti sono stati verificati solo sui topi e bisognerà vedere come reagiscono gli uomini a determinate terapie. Intanto è possibile capire che se nelle ossa è presente una scarsa quantità di osteocalcina, ci sono possibilità che l’uomo abbia poche probabilità di essere fertile. I medici ora sono in grado di proseguire i loro studi e probabilmente trovare anche nuove terapie.

 

[Fonte: La Repubblica]

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