Infant cries translator, l’App che “traduce” il pianto del neonato

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Il bambino piange, che faccio? Che cosa vorrà? Non è facile per un neogenitore capire quale sia il problema. Interpretare il pianto del proprio piccolino all’inizio mette una grande ansia. Poi le mamme divento bravissime, ma hanno bisogno di un po’ di tempo.

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Nei primi mesi di vita i bambini hanno un unico modo per esprimersi: con il loro pianto vogliono dire tante cose diverse. Ho fame, ho sonno, sono stanca, ho mal di pancia, cambiami che mi dà fastidio il pannolino sporco, ecc. Oggi la tecnologia ci viene molto in aiuto anche nell’accudimento dei bambini. È stata creata un’app in grado di decifrare il pianto.

Si chiama ‘Infant cries translator‘, è scaricabile anche in Italia da App Store digitando ‘Baby cries translator‘(solo per iPhone, dal costo di due euro e 99 centesimi ) ed è stata realizzata a Taiwan, al National Taiwan University Hospital Yunlin. Come funziona? Promette, con un database di circa 200mila pianti attribuibili a circa 100 neonati, di capire, dopo una registrazione di 10 secondi, se il pianto del bimbo è dovuto a una delle quattro più comuni cause: necessità del cambio del pannolino, dolore, sonno, fame. Il risultato arriva dopo 15 secondi sul telefono di mamma o papà.

Finora, secondo il feedback degli utenti, l’accuratezza della app può raggiungere il 92 per cento in neonati sotto le due settimane di vita, mentre nei bimbi sotto uno o due mesi arriva fino all’84-85 per cento,e anche a quattro mesi tocca il 77 per cento.

Ha raccontato Chang Chuan-yu, uno dei ricercatori che l’ha sviluppata. Sopra i sei mesi non c’è molta ragione di utilizzarla secondo quanto viene spiegato, perché il piccolo è più influenzato dall’ambiente che lo circonda. E poi i genitori imparano a riconoscere le esigenze del loro piccolo e non hanno bisogno di 15 secondi, basta un colpo d’occhio.

Photo Credits | Shutterstock / samapon kamalanon

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