Disturbi respiratori e sindrome da campanello, ecco perché i bambini si ammalano

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Da circa un mese è ricominciata la scuola e probabilmente molti bambini avranno già fatto le prime assenze scolastiche: raffreddori, febbre e malesseri autunnali hanno già colto i piccoli di casa. Non è per tutti così. Alcuni possono essere stati colpiti da quella che in gergo è chiamata “sindrome della campanella”, ovvero quei disturbi tipici della scuola.

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No, non parliamo di malattie di carattere psicologico, perché il bambino non vuole andare a scuola. Sono veri e proprio problemi respiratori che si manifestano già dopo un paio di settimane dall’inizio della scuola. Eugenio Baraldi, Unità di Pneumologia e Allergologia Pediatrica Dipartimento Salute Donna e Bambino dell’Università di Padova, ha inoltre aggiunto:

Il quadro peggiora con l’arrivo dell’inverno. A essere maggiormente interessati da questa “epidemia autunnale” sono i bambini che frequentano l’asilo o le elementari, che hanno alle spalle episodi ricorrenti di tosse e raffreddore, respirano “a fischietto” e hanno avuto episodi di asma o comunque molto simili all’asma. Il respiro “a fischietto” colpisce almeno un bambino su 3 nei primi tre anni di vita. In questo periodo in cui aumenta l’umidità e c’è meno sole, nell’ambiente aumentano gli acari della polvere e le muffe, e nelle scuole si concentrano le infezioni respiratorie da virus come il rinovirus che è alla base del raffreddore. Fattori che, in un bambino predisposto al broncospasmo, possono riaccendere diversi sintomi.

Come si possono curare i bambini? Prima di tutto con una terapia preventiva, già a settembre (ricordatelo per l’anno prossimo) con antinfiammatori (steroidi inalatori o antileucotrienici). Ricordiamo che i farmaci devono essere prescritti da un pediatra che deve valutare l’opportunità e la modalità. Di solito sono cure di supporto, che non agiscono a breve termine, ma migliorano la condizione di vita complessiva. Cercate quindi di allontanare il bambino da scuola per un periodo non eccessivo: non sono malattie virali e non ci sono quindi pericoli per gli altri bimbi.

Photo Credits | Parinyabinsuk / Shutterstock.com

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